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Farsi capire dai bambini che arrivano da lontano

di ADRIANA VALLISARI
"Ti CAApisco", presentato durante il sesto "Cantiere Adoa", è un sistema che fa dialogare con lingue differenti

Parole chiave: Ucraina (22), Bambini (20)
Farsi capire dai bambini che arrivano da lontano

di ADRIANA VALLISARI
Capire e farsi capire: l’abc della comunicazione può essere difficile se le persone coinvolte nel dialogo parlano lingue differenti. Specie se si tratta di bambini piccoli scappati dall’Ucraina in guerra insieme alle loro mamme. Per ovviare al rischio dell’incomunicabilità, con relative frustrazioni, è nato il progetto “Ti CAApisco”, presentato in anteprima durante il sesto “Cantiere Adoa”.
In pratica, si tratta di schede in doppia lingua, italiano e ucraino, corredate da disegni esplicativi, scaricabili gratuitamente da internet (inquadrando il Qr Code sulla pagina www.adoa.it) e stampabili. Sono state costruite sfruttando la Comunicazione aumentativa alternativa, una pratica che compensa la limitazione nell’uso del linguaggio verbale mediante l’utilizzo di simboli e immagini. Utili per esprimere bisogni: dall’avere fame o sete, passando per il gioco, fino all’esternazione delle emozioni.
«Queste tabelle sono come un ponte comunicativo che avvicina le due parti», spiega Fabiana Altafini, logopedista che da una vita si occupa di bambini con gravi disordini comunicativi. «Di solito questo approccio è utile in situazioni di disabilità, ma si presta bene ad aiutare i bimbi che ancora non leggono e scrivono – prosegue –; speriamo che le tabelle possano entrare nelle scuole dell’infanzia, come quelle di Fism Verona, e nelle prime classi delle primarie, che accoglieranno i bambini ucraini finché non potranno fare ritorno a casa».
“Ti CAApisco” è un dono che un gruppo di professioniste ha voluto fare alla comunità. Nel team di lavoro ci sono una psicologa, una neuro-psicomotricista e un’insegnante di sostegno, accomunate dalla voglia di aiutare mettendo in luce la bontà del progetto, più che se stesse. A dar loro manforte si è prestata una signora ucraina, pure lei dal cuore grande, che ha controllato le traduzioni in cirillico. «I bambini più grandi usano Google Translate, la traduzione istantanea sul telefonino, ma i più piccoli come possono fare? La scintilla è nata da lì, dalla voglia di creare un po’ di comfort per questi bimbi, che potranno avere scambi comunicativi più veloci con chi li accoglie, a partire dalle insegnanti», aggiunge Altafini.
Le tabelle sono utilizzabili da chiunque: catechisti, famiglie, allenatori, insegnanti di danza, impiegati del settore pubblico e dei trasporti, volontari impegnati nell’accoglienza ai bambini ucraini, suggerisce Adoa. Basta andare sul sito e stamparle, e il passpartout comunicativo è servito. «Nel nostro piccolo – concludono le professioniste – proporre questo linguaggio altamente inclusivo è un modo per sensibilizzare la popolazione sul tema e stimolare l’empatia verso l’altro, mettendosi nei suoi panni». Per ulteriori informazioni, è attiva anche una casella di posta elettronica dedicata: ticaapisco@gmail.com

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