Caffè & brioche

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Domenica si corre la Straverona, una marcia che porta sulle strade della città qualcosa come 35mila partecipanti. Evviva evviva, che meraviglia. Ma: tra corse podistiche, manifestazioni ciclistiche, percorsi per auto e moto d’epoca, domeniche ecologiche e quant’altro, non è che si stia un filino esagerando dalle nostre parti? Anche perché – per motivi facilmente immaginabili – mica si va a correre o a scorrazzare a San Massimo, Porto San Pancrazio o Borgo Trieste. Ma invariabilmente tra centro e collina, provocando qualche “piccolo” disagio tra residenti e transitanti. Un po’ più di fantasia nel predisporre i percorsi?

Un tempo si mettevano due uova nel tegamino e si risolveva, felicemente, una fame da saziare. Oggi no: uova biologiche al forno con rucola selvatica, coppa di Parma igp e creme fraiche. Un tempo si diceva: parla come mangi. Oggi è meglio di no: in certi casi, il silenzio è d’oro.

Lavatevi bene le mani. Questo il messaggio che arriva dall’Azienda ospedaliera scaligera, che si dedica a questa semplice quanto fondamentale operazione da insegnare a tutti, bambini in primis. Ci sono regole da seguire, per avere mani pulite che poi non trasmettano all’organismo (proprio e altrui) germi patogeni. Quindi, potrebbe seguire un filmato con le modalità migliori per lavarsi le mani. Se invece parliamo del concetto di lavarsene le mani, basterà far sfilare le foto di una serie di leader mondiali associandoli con una sola foto di siriani.

Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano L’Arena, otto veronesi su dieci si dicono delusi dalla politica italiana, e soprattutto da questi politici. L’ottanta per cento: una percentuale sconvolgente. È incredibile infatti che un 20 per cento si sia dichiarato contento. Ma ulteriori lanci di stampa precisano: erano al mare, vacanze anticipate causa possibile voto estivo, quando i seggi elettorali saranno posizionati a Gardaland e sul Carega.

Oh no… Vogliono ri-andare a votare in estate! A luglio! Il 22 luglio, quando ho già prenotato le ferie! Che faccio? Disdico? Tengo botta e spero che tutti bevano meno grappa di mattina presto? Sì, è vero: dei dodici mesi di cui è fatto un anno, luglio è un gran momento per andare a votare. Ma se c’è questa urgenza, questa necessità, questa impellenza, questo afflato per salvare la democrazia e dare finalmente un governo all’Italia, ogni sacrificio non sarà vano. Cancello voli e prenotazioni, quest’anno niente ferie. Lo chiedono loro, che sono in ferie da tre mesi.

Ci sono cose, a Verona, che arrivano con una periodicità classica e allo stesso tempo sorprendente: la primavera, la fioritura degli alberi, l’Adige che si ingrossa, la dichiarazione che il casello autostradale di Verona Sud sarà spostato… Sono cose che si affiancano ad altre che da molto tempo si sono depositate tra la polvere degli arcovoli dell’Arena: la sistemazione dell’Arsenale, il filobus o filotranvia, le bretelle stradali che aggirino la città, il nuovo stadio… Gli è che Verona è una città conservatrice: detesta i cambiamenti, preferisce modificarsi a forza di dichiarazioni. Che poi sono sempre le stesse e quindi si conferma la mentalità di non cambiare nulla che si sta tanto bene così. O no?

A domani saranno passati due mesi dalle elezioni politiche del 4 marzo. Due mesi che le “forze politiche” si baloccano per trovare una maggioranza parlamentare. Siccome un governo funzionante comunque c’è, potrebbero baloccarsi per altri mesi senza gravi danni, se non fosse che quelle elezioni hanno portato a Roma 950 parlamentari che… non hanno niente da fare. Se non si parte, pure i lavori parlamentari se ne stanno fermi lì. E con loro, deputati e senatori. Nessuna proposta di legge, nessun recupero di quelle che la fine della scorsa legislatura ha mandato in soffitta, nessuna discussione sui massimi o i minimi sistemi. Lobbisti che ne stanno desolatamente inchiodati davanti a porte chiuse, in attesa di qualcuno da convincere o manovrare. Il Parlamento trasformato in un ministero romano: tanti assunti, nessuno che lavora. Ce la faranno i nostri eroi…

Addio signor Gaetano. Non so se ci rivedremo più, perché non so se riuscirò a finire lassù dove lei ora sicuramente sta. Ne sono certo. Una persona così non l’ho mai conosciuta – siete fatti di pasta speciale, e rara – tanto che il suo nome era diventato paradigmatico: “alla Gaetano”, insomma uno tutto d’un pezzo, onesto fino al midollo. Dispiace non averla potuta salutare un’ultima volta, dopo i fugaci auguri di Natale. Lo faccio qui anche a nome e per conto di chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene in tutti questi anni. Ogni tanto, guardi in basso, direzione Verona Fedele, distogliendo lo sguardo dalla sua amatissima Pozzolengo.

Dai, facciamo i maghi che leggono la sfera di cristallo. Chiusa la strada ad un governo M5S-Lega (programmi simili, ma chi comandava chi?) e ad un esecutivo M5S-Pd (programmi opposti e numeri ridottissimi), scommettiamo che Mattarella chiederà al centrodestra di individuare un candidato non leghista, che trovi l’astensione del Pd ad aprirgli la strada del governo? Un tecnico “d’area” o un forzitalista alla presidenza del Consiglio, molti ministri leghisti e qualche ministro gradito al Pd, e la quadra – come diceva il Bossi – è trovata. Grillini all’opposizione, Di Maio affondato. Se la magia non riesce, si ritorna tutti al voto e l’interregno di Gentiloni durerà altri mesi, mentre le “forze politiche” si baloccheranno in una campagna elettorale che in Italia sta durando dal settembre 2016, quando iniziò quella referendaria.

Ha tenuto banco in questi giorni in città la polemica (molto più mediatica e politica che di reale portata) sulla partecipazione prima annunciata, poi smentita dalla diretta interessata e infine riconfermata, del mezzosoprano georgiano Anita Rachvelishvili al festival lirico in Arena. Dapprima data per certa la sua presenza per due recite di Aida ad interpetare Amneris (5 e 7 agosto) e per altrettante in Carmen (9 e 12 agosto) nei panni della protagonista, dopo la smentita della cantante è stato decisivo l'incontro con il sovrintendente e direttore artistico Cecilia Gasdia a Vienna: la dolce Anita verrà a Verona per le ultime due rappresentazioni dell'opera verdiana, il 29 agosto e il 1° settembre. Insomma, dulcis in fundo, 2-2 e palla al centro. E, speriamo, fine delle polemiche. D'altronde, di tutto la città avrebbe avuto bisogno, tranne che di un nuovo "caso Cassano" in chiave di violino.