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Valpolicella. Le marogne “paesaggio rurale storico”

di PIETRO MARINI

Il Ministero approva l’iscrizione nel Registro nazionale delle colline terrazzate della Valpolicella

I caratteristici muretti a secco chiamati in dialetto veronese "marògne"

di PIETRO MARINI

Il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, ha firmato il decreto 328704 che iscrive le “Colline terrazzate della Valpolicella” nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici: un traguardo che ha visto unire le sinergie dei Comuni di Negrar di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Marano di Valpolicella, Fumane, Sant’Ambrogio, del dipartimento di Economia aziendale dell’Università di Verona e il Gal Baldo Lessinia, assieme alla Cantina Valpolicella Negrar.

Il Registro
Istituito nel 2012 dal Ministero delle politiche agricole e forestali, il Registro, nelle intenzioni dei promotori, intende “sostenere il ruolo dell’agricoltore come custode del paesaggio”. Ogni paesaggio iscritto nel Registro ha tre caratteristiche che lo definiscono: agricola, ambientale e storico-culturale, e sono una peculiarità del territorio italiano proprio per l’unicità geo-morfologica e naturalistica del nostro Paese. I siti della provincia di Verona già iscritti al registro sono gli alti pascoli della Lessinia e le colline vitate del Soave, e dal 16 luglio anche le colline terrazzate della Valpolicella.

L’iter burocratico
Lunedì 31 maggio, in una presentazione tenuta on line alla presenza del ministro Patuanelli, l’iscrizione era stata preannunciata informalmente ed è stata confermata ufficialmente a metà del corrente mese con la firma del decreto. Si tratta del punto di arrivo di un progetto curato dall’architetto Chiara Zanoni – coordinatrice del progetto –, dallo storico Giovanni Viviani e da Marina Valenti. Lo scorso 28 maggio, grazie alla supervisione della Cantina Valpolicella Negrar, il prof. Tiziano Tempesta, componente del comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale paesaggi rurali, e Costanzo Massari (della direzione generale dello sviluppo del Ministero) hanno condotto un sopralluogo che ha avallato l’iscrizione. Presenti anche Chiara Zanoni; il vicesindaco di Negrar, Fausto Rossignoli; Marina Valenti e Daniele Accordini, della Cantina Valpolicella Negrar.

Le peculiarità della zona
Il gruppo ha visitato le zone peculiari necessarie all’iscrizione nel registro: le marogne a lisca di pesce, gli uliveti secolari, la pieve di San Giorgio di Valpolicella nel Comune di Sant’Ambrogio e le colline vitate a pergola veronese, l’abitato di Torbe, il santuario di Santa Maria Valverde con il tempio di Minerva di Marano e infine il vigneto sperimentale di Jago, dove Cantina Valpolicella Negrar raccoglie vitigni autoctoni. Il sopralluogo si è completato con una presentazione tecnica nella sede della cantina cooperativa. L’esito del sopralluogo ha evidentemente dato esito positivo e il ministro ha apposto la sua firma al decreto di iscrizione.

Le criticità
Nel dossier di candidatura sono state inserite anche raccomandazioni volte a contrastare fenomeni di urbanizzazione e di modifica della forma di coltivazione della vite, nonché a preservare le forme di coltivazione della vite e le pratiche di manutenzione delle marogne.

Le polemiche
La decisione da parte della Cantina Valpolicella Negrar di comunicare l’iscrizione ha destato qualche malumore tra i soggetti a vario titolo co-responsabili con la Cantina di questo importante traguardo. L’obiettivo raggiunto, infatti, arriva alla fine di un percorso sinergico tra vari attori il cui scopo è la valorizzazione e la tutela del territorio a 360 gradi.

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