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Nei Parchi non c'è più divertimento, ma Gardaland crede nel 2021

di EMILIO BOARETTO

Apre un Legoland acquatico e scommette sulla ripresa: con esso, tutto il Garda

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Nei Parchi non c'è più divertimento, ma Gardaland crede nel 2021

di EMILIO BOARETTO

Ottovolanti vuoti, luci spente, un silenzio tombale. Il risuonare cupo del vento che si scontra con le lamiere delle montagne russe. Pupazzi, clown, e mascotte immobili nel loro sorriso quasi perturbante… No, non siamo in un set del nuovo Final Destination e nemmeno si sta raccontando la trama dell’ultimo libro di Stephen King. Questa è la realtà, lo scenario a cui assisteremmo ora se ci recassimo in uno qualsiasi di quei parchi divertimento che hanno allietato le nostre domeniche con la famiglia.
Il saliscendi da montagne russe del contagio e i Dpcm “apri e chiudi” che si sono succeduti in questo ultimo anno, hanno creato non pochi disagi non solo ai locali (bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti…), ma hanno messo in ginocchio tutti quei luoghi che vivono di affollamento: dai centri commerciali, ai teatri; dalle palestre, ai parchi divertimento. A Verona di quest’ultimi ne contiamo parecchi, di varie dimensioni e tipologie, tra i più famosi ricordiamo Movieland e Caneva, Boscopark e Gardaland.
Proprio Gardaland è uno dei fiori all’occhiello tra le attrazioni che spingono le persone a muoversi verso il lago di Garda e quindi verso Verona, con tutto l’indotto che i suoi visitatori possono portare in un’ipotetica stagione favorevole come lo sono state quelle antecedenti al 2020. Ma procediamo con ordine. Quali sono gli effettivi svantaggi che comporta la chiusura reiterata di un parco come Gardaland? Al di là del profitto aziendale che compete a chi gestisce la struttura, questo parco divertimenti costituisce una fonte necessaria per il turismo e il sostentamento economico-finanziario di buona parte (se non tutta) la zona lago e, di riflesso, anche di Verona.
Bisogna considerare infatti che, “a regime”, Gardaland accoglie più di 2 milioni di visitatori a stagione, parte dei quali proviene dal di fuori delle zone limitrofe di Verona e molto spesso dall’estero. D’altronde, si sa, il nostro lago è un grande albergo di popoli in cui i tedeschi hanno sempre la stanza prenotata – parafrasando il grande Cesare Marchi –, e Gardaland e simili contribuiscono in questo senso ad aumentare l’appeal della nostra provincia. Non solo, i parchi divertimento e Gardaland nello specifico, rappresentano una garanzia di impiego almeno stagionale per chi non trova un lavoro a tempo indeterminato, o per chi, come gli studenti, coglie l’occasione per arrotondare o pagarsi gli studi. In tempi normali e di alta stagione, infatti, la forza lavoro del parco arriva anche a un totale di circa 1.500 persone tra dipendenti e lavoratori stagionali.
Se poi allarghiamo lo zoom per una visione ancor più panoramica, scopriamo che l’azienda britannica titolare della struttura è Merlin Entertainments plc, numero uno in Europa e secondo operatore al mondo per numero di visitatori, con oltre 130 strutture, hotel e villaggi vacanze in 25 nazioni distribuite su 4 continenti. Un colosso dell’intrattenimento che ha permesso a Gardaland di diventare uno dei parchi più attrattivi e conosciuti in tutt’Europa, favorendo un ritorno di immagine ancora più positivo per tutto il comparto turistico della nostra zona. Non dimentichiamoci che, fino a prima della pandemia, il parco da solo generava quasi un terzo del fatturato globale di tutti i parchi divertimenti italiani.
Per tutto ciò che si è detto finora, Gardaland ha avuto la forza di riaprire i battenti per 4 mesi la scorsa stagione: dal 13 giugno al 25 ottobre, prima che la situazione degenerasse ancora una volta e ci trovassimo nuovamente in un lockdown quasi generalizzato. Chi ha potuto recarsi a Gardaland in quel periodo, avrà assistito ai numerosi cambiamenti apportati ai protocolli di sicurezza del parco: misurazione della temperatura corporea all’ingresso, obbligo di indossare mascherine di protezione, barriere in plexiglass, dispenser igienizzanti distribuiti in ogni dove... Investimenti a sei zeri, necessari per la riapertura in sicurezza delle strutture. Le attrazioni, inoltre, venivano sanificate dopo ogni giro ed erano accessibili solo se all’aperto. Per giunta, è stata appositamente sviluppata un’app per smartphone al fine di gestire le code virtuali.
Ora siamo giunti a un nuovo giro di boa, la primavera è cominciata e la bella stagione si sta aprendo. Gardaland, forte degli investimenti fatti nel recente passato, è pronto a riaprire i propri cancelli con ulteriori novità: ristrutturazioni, restauri e abbellimenti delle attrazioni storiche e... il nuovo Legoland Water Park Gardaland. Quest’ultimo sarà il primo parco acquatico Legoland d’Europa e il primo al mondo costruito in un parco divertimenti non a marchio Legoland per il quale è stato stanziato un investimento di ben 20 milioni di euro.
«Gardaland è pronto ad aprire in sicurezza i cancelli a fine aprile per una nuova fantastica stagione ricca di divertimento ed eccezionali novità – afferma Aldo Maria Vigevani, amministratore delegato di Gardaland –. Ovviamente siamo consapevoli dell’attuale situazione, ma confidiamo nelle misure che il Governo ha varato e nelle indicazioni che verranno date nel prossimo Dpcm per le attività nella primavera inoltrata».
Aprire dunque, per ridarci almeno la parvenza di una normalità che da un anno a questa parte sembra essere diventata un miraggio, farlo anche per dare nuova linfa a un’economia che si sta trascinando claudicante da fin troppo tempo. Prevedendo un viavai turistico entro i confini nazionali, sarà importante che a realtà come quelle dei parchi divertimento sia concesso di riaprire sia per risollevare un settore in ginocchio, ma anche per garantire un salario ai dipendenti fissi (già in Fondo integrazione salariale) e a coloro che da un anno a questa parte si sono ritrovati a fare i conti con lo spettro della disoccupazione dovuta a una ripartenza stagionale che non è mai avvenuta.
I buoni propositi ci sono tutti, la speranza (che è l’ultima a morire) è quella di vedere uno scenario inverso a quello descritto in apertura di questo articolo. Il desiderio di uscire dall’incubo perturbante dei romanzi di Stephen King ed entrare nel lieto fine delle fiabe dei fratelli Grimm con cui la nonna ha sempre cullato la nostra fantasia poco prima di addormentarci, prima che arrivasse Gardaland...

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