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La sanità va in ospedale per mantenersi in forma

di REDAZIONE

I 100 anni del “Sacro Cuore” a Negrar e il rinnovato "Mater Salutis" a Legnago. Strutture rinnovate e potenziate, ma il problema sta diventando la carenza di personale medico sul territorio

Operatrice sanitaria (Foto Lou Embo Roieter)

di REDAZIONE

Uno, il “Sacro Cuore” di Negrar, festeggia i 100 anni di vita con una pubblicazione che ne ripercorre il cammino, da semplice ricovero voluto da don Angelo Sempreboni a gioiellino della sanità veneta (e non solo). L’altro, il “Mater salutis” di Legnago, programma la sua seconda vita: non più all’altezza dei tempi e disfunzionale, si rinnoverà completamente nei prossimi anni. Già pronto il progetto e i primi fondi. Sul fronte ospedaliero la situazione veronese non è poi così male, tanto che la nostra sanità (nel contesto di quella veneta) è considerata un fiore all’occhiello in Italia. Le cose stanno decisamente peggio sul fronte territoriale, dove l’assistenza di base sta ricoprendosi di tanti buchi. Molti i medici di famiglia che se ne stanno andando in pensione, pochi i sostituti, creando così disservizi pesanti e quasi impossibili da eliminare a breve termine. Entro pochissimi anni centinaia di migliaia di veronesi rischiano di trovarsi senza il proprio dottore, mentre nella rete ospedaliera non stanno mancando gli investimenti per nuovo personale medico e assistenziale.
L'analisi su Verona fedele dell'8 maggio 20220 disponibile in edicola e in parrocchia.

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