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Cent'anni di scoutismo Agesci

di FABIO TOMELLERI
Festeggiata la ricorrenza. Oggi la sezione cittadina ha oltre 120 ragazzi

 

Cent'anni di scoutismo Agesci

di FABIO TOMELLERI
“Semel scout, semper scout”, ossia scout una volta, scout per sempre. Il motto coniato da Robert Baden-Powell, fondatore del movimento scout internazionale, riassume perfettamente il secolo di vita del gruppo di Legnago dell’Associazione guide e scouts cattolici italiani (Agesci).
Sabato 18 febbraio, in piazza della Libertà, gli oltre 120 ragazzi della sezione cittadina dei boyscout hanno aperto solennemente le celebrazioni del proprio centenario, che culmineranno nei mesi prossimi con la pubblicazione di un volume e, a giugno, con un altro momento dedicato alla speciale ricorrenza. A ricordare i fasti di un’associazione diventata punto di riferimento per il territorio ci hanno pensato non solo i referenti del sodalizio e della “consorella” sezione del Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci), che raggruppa gli scout di un tempo, ma anche i tanti cittadini convenuti sia alla cerimonia dell’alzabandiera che alla successiva Messa celebrata nel duomo di San Martino vescovo. La storia dei 100 anni di scoutismo a Legnago è stata poi proposta, alle 21, dal palco del teatro parrocchiale Salus a cui è seguita la proiezione del film Aquile randagie.
A Legnago non vi è cittadino, dai giovanissimi fino alle persone dai capelli argentati, che non abbia sentito parlare del “Legnago 1”. Così difatti si chiama il gruppo scout che ha sede in via Parallela, nel quartiere di Casette. Anche se oggi è l’unico gruppo attivo nel capoluogo, mentre nella frazione di San Pietro è operativa la sezione San Salvaro, il gruppo di Legnago ha il numero 1 perché in passato si sono contate fino a tre sezioni operative. Che la realtà scout a Legnago sia ancora importante lo confermano i numeri dei suoi iscritti. Sono 121 i ragazzi dagli 8 ai 20 anni che fanno parte di questa associazione, il cui capogruppo è Manuel Masiero. Ad essi si aggiungono i capi scout, che sono una ventina e gli adulti del Masci, alla cui guida c’è Franco Marangoni, che sono anch’essi intorno ai 20 componenti.
«Quello di Legnago – dice Masiero – è uno dei primi gruppi di scout a essere stato operativo in provincia di Verona. Senza dubbio è quello più vecchio tra i gruppi della Bassa che, oltre al Legnago 1 e al San Salvaro, sono Casaleone 1, Tartaro Tione 1, Bovolone, Zevio e Cologna». Pure le autorità cittadine sono state coinvolte nella serata del centenario. A rappresentare il Comune c’era infatti il vicesindaco Roberto Danieli, che in passato è stato scout pure lui. L’operatività, e allo stesso tempo la “storicità” di tale associazione, è testimoniata dalla mostra a tema che i boyscout legnaghesi hanno allestito nel Torrione. Il monumento-simbolo della città ha ospitato dal 12 al 22 febbraio cimeli, gagliardetti, stendardi, fazzolettoni, foto e filmati di un secolo di iniziative e campi-scout.
Pure mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona, nei giorni scorsi ha incontrato gli scout e visitato l’esposizione in centro storico. Grazie alle ricerche di Piergiorgio Zanon, responsabile per anni della base Adige-Legnago, allestita su un isolotto del fiume da cui il gruppo fa partire le proprie escursioni in canoa, è stato possibile non solo rintracciare la foto del primo reparto scoutistico cittadino, risalente appunto al 1923, ma anche numerosi altri reperti fotografici e documentari. Sono tanti gli episodi, anche di cronaca cittadina, di cui sono stati protagonisti gli scout legnaghesi. L’evoluzione dell’associazione nel corso dei decenni rispecchia le vicende che hanno interessato l’Italia dal 1923 a oggi. Tra le chicche scovate dal ricercatore c’è un’illustrazione risalente alla Prima Guerra mondiale, che conferma come un nucleo di “giovani esploratori” fosse operativo a Legnago già tra il 1915 e il 1918. Durante il conflitto il ruolo di questi ragazzi era quello di assistere i fanti feriti e i profughi che, dalle zone conquistate temporaneamente dall’esercito austroungarico, avevano trovato rifugio nelle province venete rimaste in possesso del regno sabaudo. Nell’ottobre del ’18 furono proprio gli scout del corpo dei Giovani esploratori italiani (Gei) a fare da scorta d’onore al comandante dell’allora fortezza militare di Legnago. Se l’associazione scoutistica ha tuttavia messo le radici in città, tanto da sopravvivere al regime fascista e alla Seconda Guerra mondiale, fino ad arrivare a oggi, lo si deve a un parroco, mons. Davide De Massari, che per Legnago fece molto dal punto di vista spirituale e sociale.
L’amico del Popolo, giornale parrocchiale, nel giugno del 1923 diede la notizia della presentazione del primo gruppo scout sorto per volere di mons. De Massari e presentato ufficialmente alla comunità di fedeli. Il reparto fu molto attivo nelle cerimonie pubbliche di allora. Negli scatti raccolti dal gruppo legnaghese si vedono ad esempio i giovani scout presenziare in prima fila alla commemorazione della fine della Prima Guerra mondiale, del 4 novembre 1924. Sempre quell’anno i ragazzi organizzarono il loro primo spettacolo al vecchio teatro Salus e ci fu perfino un gruppo di scout “ciclisti”.
In quei primi anni di operatività il gruppo legnaghese ebbe pure la sua fanfara. Un’immagine rara e, ovviamente, in bianco e nero, immortala i ragazzi mentre sfilano, suonando i loro strumenti, sotto le mura della cittadina padovana di Montagnana. Tale “attivismo” si dovette ben presto scontrare, come del resto tutte le altre espressioni dell’associazionismo di ispirazione cattolica, con il crescente e sempre più invadente regime fascista. Gli attriti tra i giovani esploratori e le organizzazioni fasciste è stato documentato da Zanon con alcuni episodi in particolare. A Boschi San Marco il parroco aveva chiesto agli scout di Legnago di curare il servizio d’ordine per una processione devozionale. Sulla strada per il paese limitrofo, tuttavia, i ragazzi si imbatterono nei fascisti, che intendevano impedire al gruppo di raggiungere la destinazione.
«Gli scout – rimarca Zanon – riuscirono tuttavia a farsi strada tra il posto di blocco e a raggiungere Boschi San Marco». Il destino di quel primo reparto sembrava finito nel 1928, quando Mussolini mise fuorilegge quest’associazione che, evidentemente, non poteva controllare. Gli scout legnaghesi, tuttavia, continuarono a riunirsi in gran segreto e correndo seri pericoli al vecchio circolo parrocchiale Salus. Dopo il 1945 il gruppo rifiorì ufficialmente, continuando nei decenni successivi la propria attività fino ad arrivare ai giorni nostri, con lo spegnimento delle sue prime cento candeline.

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