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«Apro le baite degli alpini alla cultura e ai giovani»

di RENZO GASTALDO

Parla il presidente provinciale dell'Ana: «Ecco come riorganizzo le penne nere»

Parole chiave: Alpini (16)
«Apro le baite degli alpini alla cultura e ai giovani»

di RENZO GASTALDO

Ha un compito impegnativo Maurizio Trevisan, imprenditore 63enne di Marcellise, da marzo scorso presidente della sezione di Verona dell’Ana, l’associazione nazionale alpini. L’obiettivo che si è dato l’uomo che guida le 19.700 penne nere iscritte all’Ana è infatti di garantire la continuità di presenza e di azione nelle migliori condizioni degli alpini, dei gruppi di penne nere che li raccolgono sul territorio e delle baite alpine.

Le penne nere, come noto, con l’interruzione della naja obbligatoria introdotta da una legge dell’agosto 2004 non hanno più quel ricambio fisiologico che era assicurato dalle nuove leve (ma sarebbe meglio dire dai nuovi congedati) e così le baite, tipico luogo delle attività e di ritrovo degli alpini, rischiano progressivamente di svuotarsi.

«Non la farei così tragica, perché ora i gruppi sono vitali e le baite sono il fulcro di svariate attività grazie agli alpini che costituiscono una presenza viva e percepita sul territorio – obietta sorridendo e allargando le braccia il presidente Trevisan –. Certo, ognuno è chiamato a fare la sua parte nel cercare soluzioni finalizzate ad assicurare un futuro al nostro spirito alpino e fronteggiare il cambiamento. Mi riferisco alla sezione, ai gruppi, agli alpini e alle baite», osserva Trevisan.

– Cominciamo dalla testa.

«La sezione deve riorganizzarsi, specializzarsi sviluppando le specifiche competenze, e diventare più efficiente sia nei riguardi dei gruppi che della direzione nazionale; occhio perché sono tutte sfide cruciali e critiche; per fare questo occorrono uomini di buona volontà e con le idee chiare. Proprio per rinsaldare il senso di appartenenza e contenere al minimo l’effetto di frammentazione dovuto all’articolazione su 195 gruppi che compongono la sezione di Verona, ci ritroveremo sabato 21 ottobre alle 9 al teatro Filarmonico per l’assembla sezionale dei capigruppo».

– La mission per i gruppi territoriali e gli stessi alpini?

«Credo che per le baite sia necessario “alzare la testa” e abbandonare almeno parzialmente la logica dell’incasso della serata (anche se sono ben cosciente che a fine mese ci sono le bollette delle utenze da pagare) per favorire lo svolgimento di iniziative e occasioni di incontro su temi di intrattenimento o culturali, in modo da farle diventare punti di aggregazione per la gente anche non alpina e rendere più visibili gli alpini del luogo».

– Restano altri due problemi, quello del numero di penne nere che tende negli anni a calare e quello della rappresentanza dei “non alpini” negli organismi e nei ruoli direttivi, oggi molto contenuta e per questo molto contestata.

«Per la prima questione c’è il grande bacino degli alpini dormienti, non iscritti all’Ana, che bisogna esplorare per attenzione per fare le opportune azioni di reclutamento. Per l’ingresso negli organismi di rappresentanza, dato che l’Associazione nazionale alpini è una associazione d’arma operante a livello italiano, una soluzione potrà uscire soltanto da un tavolo istituzionale nazionale».

Il presidente sottolinea in conclusione le “piste” sulle quali intende far muovere la sezione Ana di Verona: «Le aree di lavoro sulle quali ci stiamo concentrando sono i capigruppo, la Protezione civile Ana della sezione, lo sport e giovani, 63 dei quali la scorsa estate hanno svolto due settimane di corso presso il campo scuola di Camposilvano».

Il motto che ha accompagnato Trevisan fin dal suo insediamento è stato: “Cancelliamo dalla mente la frase: si è sempre fatto così”.

***

CHI È

Maurizio Trevisan (nella foto sopra) ha messo il cappello con la penna nera a vent’anni e non l’ha più tolto. Per ventotto anni ha fatto il capogruppo e per tre il vicepresidente provinciale vicario e in precedenza ancora il consigliere sezionale. Neo-presidente da marzo scorso degli alpini veronesi, ha più il fisico da ciclista scalatore che da capo delle penne nere. E infatti il suo hobby preferito, al quale si dedica quando ha un po’ di tempo libero dalla sua attività lavorativa (fa l’imprenditore) e dagli impegni derivanti dall’incarico di presidente dell’Ana di Verona, è quello di fare qualche giro in bicicletta per le strade della Lessinia, facilmente raggiungibile da casa sua a Marcellise. Ma come tutti i grimpeur di razza non molla mai e chi lo conosce bene è disposto a giurare che porterà al traguardo, raggiungendo gran parte degli obiettivi che si è dato, anche gli alpini veronesi. 

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