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Bonavicina. Il Covid non ferma il progetto Salomè

Ci sono posti nel mondo in cui la pandemia in corso non è la prima delle preoccupazioni. Dove i problemi sono molti, il virus si aggiunge a una lunga lista di difficoltà. 

Parole chiave: Bonavicina (1), Madagascar (1), Progetto Salomè (1)
I lavori in Madagascar per la costruzione della scuola-convitto per ragazzi con gravi difficoltà

Può sembrare impossibile, ma ci sono posti nel mondo in cui la pandemia in corso non è la prima delle preoccupazioni. Non perché si sia trovata una soluzione, al contrario: dove i problemi sono molti, il virus si aggiunge a una lunga lista di difficoltà. Non è meno mortale, né meno pericoloso: la sua potenza distruttiva si somma a quella della malnutrizione, della mancanza di accesso alle cure, della dispersione scolastica e della violenza. Ci sono però posti, ma soprattutto persone, che non si lasciano scoraggiare da questi ostacoli e ogni giorno si danno da fare per migliorare le condizioni di vita della loro comunità e dei membri più deboli. Uno di questi luoghi ha da tempo un legame speciale con alcune parrocchie della pianura veronese. La missione delle Suore Povere di S. Giuseppe (Bonaerensi) che si trova alla periferia di Antananarivo, la capitale del Madagascar, è stata fondata venticinque anni fa da un gruppo di religiose argentine; è cresciuta negli anni e attualmente coinvolge un gran numero di persone nell’organizzazione di svariati servizi per la comunità locale e i villaggi circostanti, portati avanti e finanziati soprattutto grazie alle donazioni che, da ventitré anni, l’Associazione Progetto Salomè onlus si occupa di raccogliere e far arrivare. Le attività principali riguardano il supporto nutrizionale, medico ed educativo per persone che non potrebbero altrimenti permetterselo. Sono in funzione un ambulatorio medico e uno dentistico, una mensa per bambini in età scolare, un servizio di supporto nutrizionale intensivo per bambini malnutriti; gruppi di supporto allo studio e gruppi di catechesi, oltre a numerose altre attività che raggiungono i villaggi circostanti e garantiscono il sostegno della missione anche alle persone e alle situazioni più remote e dimenticate. Attività di vitale importanza, che portano numerose persone a frequentarsi e condividere spazi ogni giorno; e che non è possibile interrompere, in quanto ne va della sopravvivenza di intere comunità. Se non c’è lockdown possibile per la grande macchina della missione, la pandemia ha posto ulteriori nuove difficoltà, soprattutto durante la prima ondata, come racconta suor Ana, che si occupa della missione fin dalla sua fondazione: «I problemi che abbiamo dovuto fronteggiare in seguito al Covid-19 sono la fame e le sue conseguenze, unitamente alla siccità, soprattutto nel sud del Paese. Nella nostra zona, per via delle restrizioni alla circolazione, abbiamo sofferto la mancanza di cibo a sufficienza per le persone che frequentano la nostra casa. Dall’inizio di ottobre, però, sta riprendendo il movimento nel tessuto sociale, le scuole sono aperte. Il rischio è continuo perché il virus continua a circolare, ma non con la stessa crudeltà di qualche mese fa». La missione, come ricorda con affetto la religiosa, si è mantenuta negli anni grazie al contributo di molti volontari, che soprattutto dalla provincia di Verona, si sono resi disponibili a dare una mano, ciascuno per le proprie possibilità, mettendo a disposizione il proprio tempo, i più fortunati andando a far visita di persona, oppure con una donazione o semplicemente promuovendo le iniziative di raccolta fondi in favore della missione. Prima della pandemia, infatti, in alcune parrocchie della pianura veronese il primo fine settimana di dicembre segnava da anni l’appuntamento della giornata di solidarietà con il Madagascar. Quest’anno il tradizionale momento di festa con testimonianze, teatro, mercatino e pranzo comunitario non sarà possibile, ma il legame non si spezza. L’Associazione Progetto Salomè onlus invita tutti coloro che volessero dare il proprio contributo all’impegno missionario a prendere contatto con don Raffaello Serafini, parroco di Bonavicina (347.0398024), Carlo Salan (342.7737618), Paolo Mariacci (388.2971950). Unica iniziativa pubblica sarà la Messa di domenica 6 dicembre che verrà celebrata, nel rispetto dei protocolli vigenti, alle 10.30 nella parrocchia di Bonavicina.
Per eventuali aiuti economici si possono utilizzare i conti di seguito indicati:
Iban IT53T0760111700000056173867 oppure c/c postale n. 56173867.

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