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A servizio della comunione

di SILVIA ALLEGRI
Domenica scorso l’ingresso dei due nuovi parroci, don Bisognin e don Arcaini

A servizio della comunione

di SILVIA ALLEGRI
«Essere al servizio della comunione: questa definizione del ministero sacerdotale mi ha sempre affascinato molto. E per farlo è necessario un coinvolgimento delle persone, perché tutti possano arrivare a sentire la parrocchia come la propria casa. Tutti insieme ci si sente corresponsabili». È questo il messaggio che ha voluto trasmettere don Davide Bisognin domenica scorsa, durante la celebrazione presieduta dal vescovo Domenico Pompili e che ha accompagnato il suo ingresso come nuovo parroco moderatore di Santa Maria Regina, dopo il servizio ai Santi Angeli Custodi in veste prima di collaboratore, poi di co-parroco.
Ad accogliere don Davide e don Paolo Arcaini, al suo fianco come co-parroco, una comunità di fedeli numerosa e commossa, che si prepara a proseguire con rinnovato entusiasmo numerose attività, con un’attenzione particolare ai più giovani e al dialogo con le comunità di cittadini stranieri.
Vivere tra la gente e il legame con Verona
Ha trascorso diversi anni a San Bernardino, don Davide, prima di entrare nel clero diocesano. Nato a Lonigo (Vicenza) 53 anni fa, venne ordinato prete nel 1996 nella Cattedrale di Verona dal vescovo Attilio Nicora per l’ordine dei frati minori. A spingerlo verso il cambiamento è stata l’attrattiva per la vita parrocchiale. «Mi piace ascoltare le persone e ritengo sia fondamentale il rapporto relazionale. Ho una predisposizione al sorriso, a guardare negli occhi, e se posso cerco di trasmettere serenità. Questo contatto l’ho vissuto fortemente nel periodo in cui, dal 2019, sono stato collaboratore e, una volta incardinato, co-parroco della parrocchia dei Santi Angeli Custodi. E anche adesso sarò attivo in un quartiere giovane e di periferia, con realtà multietniche, e quindi un pluralismo di idee e culture che io vivo come una ricchezza». Una propensione all’ascolto, ma anche alla riflessione e alla lettura. D’altronde, di cultura don Davide se ne intende. Dopo gli studi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, e un dottorato in Storia della Chiesa, per 16 anni è stato docente, insegnando a Verona, Venezia e Mantova in istituti teologici, di scienze religiose e anche al seminario. E don Davide ricorda due esperienze che lo hanno guidato a Verona, rinforzandone l’identità pastorale e spirituale legata alla città: «Ho partecipato in modo attivo, come teologo censore, a due cause di beatificazione: quella del venerabile monsignor Luigi Bosio e la recente causa di suor Pura Pagani. Lo studio, l’analisi di scritti editi e inediti e delle testimonianze mi hanno aiutato a leggere la mia vita e la mia storia conducendomi qui». Una città che il nuovo parroco ama profondamente e che è per lui anche fonte di ispirazione: «Pur amando le relazioni umane non ho mai mancato di ritagliarmi uno spazio adeguato di silenzio e preghiera personale, e tante mie omelie o progetti sono nati in riva all’Adige, durante le lunghe camminate che in questi anni facevo dal quartiere Stadio alla diga del Chievo. Trovo che Verona sia una città completa, con una tradizione cristiana ben radicata».
La voglia di fare rete e scrivere un nuovo capitolo
Le attività ci sono, sono tante e coinvolgono diverse fasce di età all’interno della comunità dei parrocchiani. Non resta, dunque, che ripartire, lasciandosi dietro le spalle gli anni difficili della pandemia. «Spero di valorizzare il più possibile l’oratorio e anche di ottenere un aiuto da parte delle famiglie e dei genitori – dice don Davide –. È essenziale sapere di poter contare su qualcuno che vigili sui ragazzi, senza abbandonarli. Questo fa parte di quel concetto di famiglia di cui abbiamo parlato: la chiesa vista come casa, luogo di amicizie e di protezione». A lui si è associato, al termine della celebrazione, anche don Paolo Arcaini: «La vita è come un romanzo, è composta di tanti capitoli. Se uno termina, un altro inizia, ed è quello che ci sta accadendo adesso. Ci portiamo nel cuore la nostra storia, fatta di relazioni, persone, volti. Il nostro ringraziamento va a tutte le persone che abbiamo incontrato finora, e adesso alla nuova comunità con cui proseguiremo il nostro cammino». Al brindisi organizzato nella sala parrocchiale al termine della celebrazione ha partecipato anche il Vescovo, confermando la sua volontà di essere presente in modo attivo e partecipe agli eventi significativi della vita delle parrocchie, facendosi coinvolgere dai fedeli anche in un prezioso momento di incontro e leggerezza di cui si sente la necessità oggi più che mai. 

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