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Don Francesco Facchinetti è sacerdote

Da quella semplice domanda che si era radicata nel cuore... un desiderio a cui ha risposto "sì"

Parole chiave: Nuovi sacerdoti (2), Chiesa (185), Ordinazioni (29)
Don Francesco Facchinetti è sacerdote

Proseguiamo la conoscenza dei novelli sacerdoti, ordinati in Cattedrale lo scorso 8 giugno. È il turno di don Francesco Facchinetti (Santi Angeli Custodi).

Adolescente come tutti i miei coetanei, appassionato di ciclismo, sempre affaticato nello studio e frequentante la parrocchia dei Santi Angeli Custodi. Direi che possono essere delle pennellate che definiscono bene la mia adolescenza. Il primo momento in cui il Signore si è fatto sentire nella mia vita è stato durante un incontro del gruppo adolescenti. Un colpo di batticuore, meglio direi un fulmine – perché proprio me? –. Poi basta. Però poco alla volta è sorta e si è affermata una domanda nel cuore: “Perché non essere prete?”. Questo interrogativo mi ritornava spesso nella mente durante le attività in parrocchia, a scuola tra una lezione di disegno e quella di meccanica all’Itis Ferraris e persino durante i miei giri in bicicletta: era un pensiero che mi domandava sempre più attenzione – e io non volevo dedicargliene –. Un po’ mi spaventava e poi… hai idea di cosa diranno i miei amici se vengono a sapere che vorrei entrare in seminario?
Entrare nel cuore di un adolescente non è semplice, però il Signore è grande e ha avuto la meglio, con calma. Finalmente sono uscito allo scoperto: «Don, hai un minuto per due chiacchiere?». Così è iniziata la mia ricerca per comprendere cosa significasse quella semplice domanda che si era radicata nel mio cuore. Due chiacchiere che sono diventate un dialogo e che in terza superiore mi hanno portato a una decisione (dopo una proposta dei parroci): abitare in canonica e condividere la quotidianità di uno studente con la “normale” routine dei tre preti che la abitavano. Il mio desiderio era provare a capire come un prete vive la propria giornata e se il Signore mi chiamava a vivere la mia vita con Lui in questa vocazione. Sono stati tre anni e mezzo di ricerca, di preghiera e anche di tante attività svolte in parrocchia (campiscuola, sagra, Grest, ritiri, seminari). “Homo faber” (uomo del fare) mi prendevano in giro i miei preti durante i pranzi condivisi insieme.
Tra aprile e maggio del 2012, mentre ero alla fine della quinta superiore, la decisione di fidarmi del Signore, sereno: “Entro in seminario!”. Il Signore si era fatto sentire nuovamente in modo chiaro e limpido in quel periodo segnato soprattutto dalla fatica a scuola. Di nuovo un fulmine, questa volta per i preti con cui avevo condiviso un po’ di anni e che mi conoscevano bene: li ha fatti esultare di gioia.
Cari don Marco, don Mauro e don Martino, ho la grazia di diventare presbitero, a 26 anni, non per merito mio ma perché chiamato, amato e guarito dal Signore; a voi devo la mia gratitudine per avermi accompagnato e aiutato a rispondere così prontamente! Grazie.

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