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Veneti con la valigia: dalla fame alla carriera

di REDAZIONE

Si continua a partire ma l’emigrazione è cambiata. Un tempo i veneti fuggivano dalla miseria, ora per la carriera: ieri come oggi emigranti per avere un futuro migliore

Immagine d'epoca di una famiglia di immigrati con una donna e bambini con le valigie

di REDAZIONE

Un tempo erano centinaia di migliaia spinti tutti dalla miseria, oggi sono soprattutto giovani cervelli che partono alla ricerca di sbocchi occupazionali più allettanti. L’emigrazione italiana è cambiata profondamente dall’Unità d’Italia ai nostri giorni: non ci sono più le navi che salpano verso la “Merica”, adesso basta prendere un aereo per andare dall’altra parte del mondo a cercar fortuna. Anche se la valigia di cartone è stata sostituita dai moderni bagagli a rotelle, però, ciò che accomuna chi se ne va è la spinta verso una vita migliore. In riva all’Adige, l’associazione Veronesi nel mondo si spende per tenere vivi i legami con la terra d’origine fra gli emigrati scaligeri e i loro discendenti, coltivando la memoria del passato e tramandando le tradizioni (pure culinarie, come la pearà). Perciò organizza scambi culturali e incontri – l’ultimo, domenica scorsa, a Camposilvano – volti a far conoscere questa importante pagina di storia da custodire. Come testimonia, per esempio, la vita di Elio Comerlati, oggi 97enne, che lasciò l’amata Lessinia nel 1947, prima per il Belgio e poi per il Venezuela. Come lui, molti altri fecero fagotto, tanti partono ancora. Sono 20mila i veronesi iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero; oltre cinque milioni i nostri connazionali trasferitisi in diverse parti del globo. Lontani, ma con l’Italia sempre nel cuore.

Su Verona Fedele del 1º agosto 2021, disponibile in edicola e in parrocchia, l'approfondimento e le testimonianze.

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