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Se il mal di schiena non dà tregua... son dolori

di MARTA BICEGO
Acuto o cronico, può dipendere anche da cattive abitudini

 

Se il mal di schiena non dà tregua... son dolori

di MARTA BICEGO
Nella maggior parte dei casi è riconducibile a cause di natura meccanica, ma può essere espressione di una malattia infiammatoria cronica delle articolazioni. Il mal di schiena è uno di quei dolori, alla schiena e a varie parti della colonna vertebrale, che non dà tregua e induce a rivolgersi al medico di famiglia o allo specialista. Tanto che il 60-80 per cento degli adulti ha avuto, purtroppo, modo di sperimentarlo nel corso della vita. Inoltre, «è la maggiore causa di infermità lavorativa e di disabilità nei soggetti al di sotto dei 45 anni», ha spiegato Sara Lombardi, direttore dell’unità operativa complessa di Medicina generale dell’ospedale di San Bonifacio, nell’incontro on line promosso dall’Ulss 9 Scaligera nell’ambito dell’(H)-Open Day di Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
Per capire i meccanismi del mal di schiena, bisogna osservare la colonna vertebrale: è composta da una serie di mattoni disposti uno sopra l’altro, le vertebre, separate da dischi di cartilagine; nel canale vertebrale si trova il midollo spinale, costituito da fibre nervose, da cui fuoriescono radici nervose: quei nervi che, se compressi, causano irritazione. E appunto dolore, che può essere acuto o cronico. «Il dolore acuto ha durata relativamente breve: di solito regredisce entro sei-otto settimane», ha chiarito. A differenza del dolore cronico, che ha durata superiore a tre mesi. «Non è solo un sintomo, ma un disturbo estremamente disabilitante e più frequente nella popolazione lavoratrice», ha proseguito Lombardi. Nella cronicità, assume nel tempo una componente psicologica, con implicazioni sulla qualità di vita del paziente, che possono sfociare pure in ansia e depressione.
A cosa è dovuto? «Nell’80 per cento dei casi, le cause sono aspecifiche», ha risposto la dottoressa; non c’è quindi nulla di anatomico che possa giustificarne l’insorgenza. Si aggiungono poi infiammazioni e una serie di patologie che possono innescarlo, come fratture, infezioni, neoplasie, aneurismi o malattie addominali. Il mal di schiena più comune è invece su base muscolare. Può essere causato per esempio da ernia del disco, artrosi lombare (quando le vertebre vanno incontro a degenerazioni), fratture per motivi traumatici o legate all’osteoporosi. Spesso, atteggiamenti posturali non corretti possono essere all’origine del dolore. In particolare durante l’attività lavorativa se si pratica in maniera intensa, con frequenti flessioni e torsioni e sollevamento di carichi eccessivi; con movimenti ripetitivi e sollecitazioni da parte di vibrazioni; tuttavia non è da trascurare che peso corporeo e fumo possono indurre danni all’organismo. Da qui, alcune buone prassi da seguire suggerite dalla reumatologa: «Prevenire il sovrappeso, dormire bene evitando esercizio fisico intenso prima di andare a letto così come pasti troppo abbondanti. Importante è l’attività fisica di tipo aerobico personalizzata, tralasciando il fai da te in caso di patologie alla colonna».
Esistono infine dei campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione? A far sospettare che il proprio mal di schiena è di tipo infiammatorio è «un dolore che peggiora con il riposo e si risveglia nel corso della notte, con le articolazioni che alla mattina sono rigide», conclude la dottoressa. Altri indizi possono riguardare i tendini e le articolazioni, l’ispessimento della, l’aspetto delle unghie. Segnali da non trascurare. 

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