Attualità
stampa

Qui per i pazienti fragili un ospedale di comunità

di MARTA BICEGO

Inaugurato al centro servizi per anziani Le betulle di Borgo Venezia, è il primo della città di Verona

Parole chiave: Ospedale (17), Regione Veneto (9), Covid (108), Pandemia (35), Cure (3)
Qui per i pazienti fragili un ospedale di comunità

di MARTA BICEGO

Sono già occupate alcune stanze del primo ospedale di comunità della città di Verona, nato dopo lungo iter presso il centro servizi per anziani Le betulle di via Cotta, in Borgo Venezia. Come struttura intermedia, si colloca tra una clinica per acuti e il domicilio, tra le cui mura il malato può intraprendere un percorso di cura e recupero della salute. 

Si tratta di un servizio particolarmente atteso nella geografia delle prestazioni sanitarie territoriali. I suoi 24 letti accolgono, su un unico piano privo di barriere architettoniche, quei pazienti che al momento delle dimissioni dopo un ricovero ospedaliero non possono fare direttamente ritorno al proprio domicilio e necessitano di un periodo di riabilitazione. In questo caso, la domanda d’ingresso spetta al medico del reparto all’atto delle dimissioni. Le stanze sono destinate poi a chi ha bisogno di fruire di attività riabilitative, di rieducazione e di riattivazione per conservare e recuperare l’autonomia nella vita quotidiana, evitando ricoveri non necessari. Qui è il medico di famiglia ad avanzare la richiesta. 

In corsia operano i geriatri Silvano Pedron e Claudio Bellamoli, responsabile clinico e direttore sanitario, ai quali si affiancano infermieri e fisioterapisti; all’assistente sociale spetta invece il compito di mantenere i contatti coi familiari, seguendo da vicino il percorso di assistenza e accompagnando il successivo rientro a casa. Un lavoro in équipe, declinato pure come risposta all’epidemia da Covid-19 per il recupero di chi si è negativizzato, quindi ha superato la malattia, ma ne subisce ancora gli esiti. 

«Con la nascita di questa struttura colmiamo quella che effettivamente era una lacuna», ha esordito alla cerimonia di inaugurazione il dott. Fabrizio Abrescia, presidente del centro servizi Le betulle, sottolineando le difficoltà superate per portare a termine il progetto. Tra i fautori, il Comune di Verona rappresentato dal sindaco Federico Sboarina che ha ricordato l’impegno dell’assessore Stefano Bertacco, venuto a mancare lo scorso giugno, nel seguire il complesso iter che ha portato a raggiungere l’obiettivo. Poi la Regione, rappresentata dalla vicepresidente Elisa De Berti e dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin che ha ribadito la valenza dell’opera: «Un centro servizi residenziale e semiresidenziale, snodo di collegamento tra la parte prettamente ospedaliera e territoriale. Strutture come queste sono fondamentali e il Veneto l’aveva capito, in maniera lungimirante, molto presto. Oggi sono 2.100 i posti a disposizione nella nostra regione tra ospedali di comunità, unità riabilitative territoriali e hospice». 

Nei confini del capoluogo scaligero manca ancora all’appello l’ospedale di comunità dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui): «Prossima tappa da realizzare», ha auspicato il direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, Pietro Girardi. «Questo luogo è un punto di riferimento per pazienti anziani, fragili e disabili che hanno necessità di avere una continuità di cure tra quello che avviene in ospedale e fuori. È un luogo di cui hanno bisogno le famiglie», ha ribadito il prof. Mauro Zamboni, direttore del dipartimento di Geriatria dell’Aoui e alla guida della Scuola di specialità che forma i futuri geriatri. Presto l’ospedale di comunità entrerà nella rete formativa dell’ateneo scaligero, aprendo le porte a medici specializzandi di Geriatria che lì potranno fare il tirocinio. 

«Se vogliamo uscire dal guado, bisogna partire da ciò che è stato l’obiettivo di questa struttura: considerare attentamente e monitorare i bisogni reali della nostra gente», ha evidenziato il vescovo, mons. Giuseppe Zenti, impartendo la sua benedizione sul neonato reparto. «Siamo chiamati tutti a rispondere a questi bisogni e a queste urgenze – ha concluso –. Qui stiamo realizzando un’intelligenza della storia, prevedendo quello che sarà il cammino delle nostre comunità civili». 

L’accoglienza nell’ospedale di comunità Le Betulle, autorizzato e accreditato con il massimo punteggio nei requisiti specifici previsti dalla normativa regionale, è convenzionata con l’Ulss 9: le degenze fino a 30 giorni sono gratuite, mentre per soggiorni di durata superiore è prevista una quota di compartecipazione pari a 25 euro al giorno.

Tutti i diritti riservati
Qui per i pazienti fragili un ospedale di comunità
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento