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L’accoglienza e l’aiuto nell’esodo di un popolo

di REDAZIONE

C’è da coordinare il sostegno a chi chiede protezione da noi. Il racconto di un’ucraina “veronese” attiva nell’orientare chi sta arrivando di giorno in giorno 

Manifestazione in piazza Bra con persone con bandiera ucraina stese per terra per ricordare le vittime della guerra

di REDAZIONE

Stanno arrivando alla spicciolata, chi con mezzi propri, chi con passaggi dati anche da volontari che si sono mobilitati a tal scopo. Stiamo parlando degli ucraini in fuga dalle loro terre invase dai carri armati russi, che trovano accoglienza in terra scaligera, dove istituzioni pubbliche (in primis la Prefettura) e Caritas si stanno muovendo per l’ospitalità e l’aiuto. Racconta una di loro che si adopera come mediatrice culturale: «Pensano di soggiornare qui per breve tempo, sognano un rapido ritorno a casa. Ma cosa troveranno lì al loro ritorno?». Per ora “lì” c’è l’inferno delle bombe e delle stragi anche di civili. Nessuna mediazione è andata a buon fine, l’invasione continua e i russi hanno intensificato i bombardamenti: la capitale Kiev è quasi accerchiata. Tutti noi siamo chiamati a gesti di solidarietà nei confronti soprattutto di donne e bambini fuggiti dalla guerra: dall’ospitalità alla generosità fatta confluire ai volontari della Caritas che si stanno prodigando sia al di là del confine ucraino per la prima accoglienza, sia qui: perché è previsto l’arrivo di 50mila ucraini in terra veneta. E tutto dipenderà da quanto durerà il conflitto e quanto feroci e strazianti saranno i combattimenti...

La testimonianza e le informazioni su Verona fedele del 20 marzo 2022 disponibile in edicola e in parrocchia 

L’accoglienza e l’aiuto nell’esodo di un popolo
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