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Acli in prima linea contro lo spreco

Con il Progetto "Rebus" da anni sono impegnate nel territorio veronese per contrastare questo fenomeno

Parole chiave: Spreco (5), Acli (7)
Acli in prima linea contro lo spreco

La Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, voluta dalla Fao e dalle Nazioni Unite il 29 settembre, è stata l'occasione per le Acli di ricordare le attività portate avanti nel recupero. La data si aggiunge a quella del 5 febbraio (dedicata alla prevenzione degli sprechi alimentari) istituita allo scopo di sensibilizzare sullo spreco di cibo, fenomeno ancora troppo presente nella società e che assume connotati ancora più insensati e moralmente insostenibili se messo in connessione con il tema della povertà e degli impatti ambientali.
All’anno vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (di cui l’80% ancora consumabile) a fronte di 820 milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di denutrizione. Con il cibo non consumato si sprecano le risorse naturali utilizzate per produrlo, pari a circa 250 km3 di acqua e 1,4 miliardi di ettari di superficie agricola; si immettono in atmosfera 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti (lo spreco di cibo è la terza fonte di inquinamento al mondo). 
Le Acli di Verona, con il Progetto "Rebus", da anni sono impegnate nel territorio veronese per contrastare questo fenomeno e promuovere un modello di economia circolare che incentivi il recupero delle eccedenze da destinare agli enti caritativi per l’assistenza delle persone in stato di bisogno: sono oltre 1,5 milioni i chili di cibo recuperati da panifici, supermercati, mercato ortofrutticolo, aziende del settore agro-alimentare, mense scolastiche, ristorazione organizzata, produttori agricoli, gastronomie. «I dati sullo spreco evidenziano chiaramente l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e come sia necessario un approccio integrato che agisca non solo sul piano sociale ma anche su quello economico e ambientale», sottolinea il presidente Italo Sandrini. L'associazione, conclude, «promuove una collaborazione vincente tra associazioni, aziende e istituzioni che, messe in rete dal progetto, sono coinvolte in un meccanismo virtuoso dove vincono tutti: le associazioni ricevono prodotti di prima qualità per l’assistenza alimentare, le aziende realizzano un’azione di responsabilità sociale con benefici fiscali (il progetto è inserito in tassa rifiuti e produce uno sgravio per il donatore), l’amministrazione comunale è promotrice di un sistema di gestione sostenibile dei rifiuti alimentari».

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