Libri
stampa

Una lettura non banale della contestazione del ’68

Luigi Manconi
Gaetano Lettieri
Poliziotto-Sessantotto
Violenza e democrazia
Il Saggiatore
Milano 2023
pagg. 200 - Euro 19

Una lettura non banale della contestazione del ’68

Un buon modo per tentare di dar conto di un libro non semplice da recensire è raccontare quel che accade mentre lo leggiamo. Cosa ci succede di pensare, giacché si presume che sia proprio lì, sul pensiero, che si concentri la sua influenza. Il primo pensiero è sul titolo. Poliziotto-Sessantotto. Violenza e democrazia è un titolo emblematico, che inquadra un anno comunque straordinario scegliendo la via dicotomica. Il secondo pensiero è sugli autori. Luigi Manconi, classe 1948, già parlamentare e sottosegretario alla Giustizia, noto esponente del movimento studentesco di allora, e Gaetano Lettieri, nato nel 1961, docente di Storia del cristianesimo e delle chiese alla Sapienza di Roma. Il terzo pensiero è una conseguenza dei primi due; perché un ex sessantottino si confronta con uno storico della Chiesa? La risposta la si trova quasi al termine delle 200 pagine che compongono il volume articolato in tre parti, di cui la prima scritta da Manconi, la seconda da Lettieri e l’ultima a quattro mani, nelle quali si legge che nel 1968 nasce l’Associazione italiana calciatori, si forma il Comitato di lotta dei sagrestani d’Italia, si gettano le basi per il movimento che porterà alla riforma dalla polizia e Pier Paolo Pasolini scrive una poesia, Il Pci ai giovani, a lungo strumentalizzata. L’intellettuale di sinistra sembrava prendere le difese dei poliziotti, figli del popolo, rispetto agli studenti contestatori, borghesi e di buona famiglia. In realtà, scrive Manconi nella prima parte, tra i poliziotti provenienti dal sottoproletariato e gli studenti che contestavano un sistema corrotto, la differenza era data dal fatto che i primi, rappresentando lo Stato, godevano – e godono – del monopolio dell’uso legittimo della violenza, mentre i secondi no, a prescindere dalla bontà delle loro ragioni (che per l’ex parlamentare non erano poche). Lettieri, a sua volta, osserva che Pasolini propugnava “una politica dei diritti inesauribili dell’altro uomo” identificata “con lo ‘spirito’ dello stesso marxismo, esito di un più complesso processo nel quale il Vangelo cristiano si è instancabilmente decostruito”. Per Lettieri, la vera colpa del ’68 è stata quella di non aver avuto quasi nessuna pietà per il “vecchio”, di cui il docente eleva a simbolo sacrificale Aldo Moro, facendo così deflagrare un conflitto che, ancora oggi, tende a produrre più violenza che mutamento, all’interno di una democrazia dove la “minoranza ha sempre ragione” e la maggioranza, proprio perché tale, passa dalla parte del torto. Il lavoro di Manconi e Lettieri ha il merito di offrire una lettura non banale di una stagione complessa come quella della contestazione, traendone strumenti utili a riflettere su ferite ancora aperte.

Tutti i diritti riservati
Una lettura non banale della contestazione del ’68
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento