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Il vescovo Albino Luciani visto dal suo segretario

Romina Gobbo
Un cireneo per il vescovo Albino Luciani
Gli aneddoti di mons. Pietro Paolo Carrer
Edizioni Messaggero Padova
Padova 2023
pp. 128 - Euro 13

Parole chiave: Albino Luciani (1), Romina Gobbo (1), Libro (64)
Il vescovo Albino Luciani visto dal suo segretario

Simone di Cirene è l’uomo che, secondo quanto riportato nei vangeli sinottici, fu obbligato dai soldati romani ad aiutare a trasportare la croce di Gesù durante la salita al Golgota e per questo suo gesto è passato alla storia come colui che sorregge le fatiche degli altri. Non è questo il caso di don Pietro Paolo Carrer, dal 1961 al 1963 al servizio di colui che nel 1978 sarebbe diventato papa Giovanni Paolo I. Da tutti conosciuto come don Paolino, era un giovane sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto. Si era da poco ripreso da una malattia, quando Albino Luciani, che aveva preso possesso della diocesi vittoriese l’11 gennaio 1959 subentrando a mons. Giuseppe Carraro, nominato da papa Giovanni XXIII vescovo di Verona, lo chiamò e gli chiese: «Vuole essere il mio cireneo?». Era l’agosto del 1961. “Accettai con entusiasmo l’incarico che ritenevo essere una grazia di Dio. Ma riflettei sulle sue parole. Mi domandavo come mai avesse detto «vuole», mi dava del lei. Un vescovo che dava del lei a un semplice sacerdote…”. Questo è solo uno degli aneddoti riportati da Romina Gobbo ne Un cireneo per il vescovo Albino Luciani. Nativa di Lonigo, giornalista professionista freelance dopo quattordici anni a La voce dei Berici, il settimanale della diocesi di Vicenza, in questo suo lavoro “descrive la vita e la formazione di don Paolino rendendolo quasi co-protagonista. Traspare così come il sacerdote sia stato e ancora oggi sia simile al suo vescovo, umile, quasi schivo, e con lo stesso amore per la Vergine Maria”, scrive nella prefazione il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
L’autrice ha iniziato a conversare con don Carrer il 21 maggio 2022 nella casa-soggiorno Divina Provvidenza di Santa Lucia di Piave (Treviso). Essendo nato nel 1925, Gobbo lo ha sentito a 97 anni ma, con una lucidità invidiabile, ha raccontato il “suo” vescovo quasi mai parlando della sua vita per “non voler ‘oscurare’ il protagonista dell’intervista”.
Dalle 128 pagine che compongono il volume possiamo apprezzare i diversi aspetti del futuro Giovanni Paolo I: la devozione mariana, lo spessore culturale, la passione per il giornalismo e per l’arte, l’amore per la terra natia. Il tutto filtrato attraverso gli attenti ricordi di don Paolino, tanto da chiedersi se la figura di questo cireneo non abbia in qualche modo influito su papa Luciani. L’autrice, nella sua postfazione, ribadisce come nelle sue chiacchierate don Paolino abbia sempre insistito sull’umiltà di Albino Luciani, sostenendo la sua grandezza come Papa “così come prima era stato un grande patriarca e un grande vescovo. Ma a tutti dico: chiamatelo semplicemente ‘don Albino’! Lui ne sarebbe stato felice”.
Antonio Mazzei

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