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Quelle immagini sacre frutto della devozione popolare

di ILARIA BAZERLA
A Rivoli, una collezione che raggruppa 250 opere un tempo comuni nelle nostre case

Quelle immagini sacre frutto della devozione popolare

di ILARIA BAZERLA
Posta in un luogo nato per fare la guerra, la mostra dal titolo L’Immagine Sacra nella tradizione popolare ci conduce all’opposto in un clima di pace. Si tratta infatti di una collezione privata di 250 quadri che hanno come soggetto la Sacra Famiglia (San Giuseppe, la Madonna e il Bambin Gesù), oppure Maria e Gesù solamente, la Madonna da sola, oppure alcuni santi particolarmente venerati nella tradizione popolare. 
Simbolo di una fede sincera e semplice, la raccolta è stata generata pezzo dopo pezzo, con pazienza e generosa solerzia da Angelo Brusco, storico presidente del gruppo culturale El Casteleto di Dolcè, paese in cui è nato e dove ha sviluppato l’amore per la Valdadige. L’associazione, nata nel 1982, è stata per molti anni protagonista indiscussa dell’attività culturale di questa zona. 
Angelo Brusco e i suoi amici volevano valorizzare e tramandare il grande patrimonio archeologico, ambientale, culturale e perciò soprattutto umano di questa terra. Già qualche anno più tardi dalla fondazione de El Casteleto, i membri del gruppo decisero di cominciare a pubblicare il materiale che via via raccoglievano e così, oltre all’attività culturale sul territorio, prese il via la raccolta a stampa dal titolo La Valdadige nel cuore, arrivata oggi alla sua 31ª edizione. Uomo mite e modesto, ricordato da tutti per la sua sobrietà, Brusco è venuto a mancare nell’agosto del 2020, ma la sua passione per il territorio della Valdadige e le sue bellezze culturali, storiche, naturali non si è spenta con lui, anzi prosegue grazie all’opera dell’associazione da lui fondata e oggi guidata da un altro dei fondatori, Giuseppe Caurla, attuale presidente del sodalizio che, con l’aiuto di nuovi collaboratori, ha assicurato che porterà avanti il progetto di dar voce e risalto alla storia di questo territorio. 
La sua eredità è stata raccolta anche dalla nipote Elisa Scattolo, curatrice della mostra recentemente esposta al Forte Wohlgemuth di Rivoli Veronese. «Si tratta di capoletti e capezzali, tutti con la loro cornice originale, che negli anni ’20 e ’30 del Novecento venivano solitamente posti appunto sopra il letto, all’interno delle case – spiega Scattolo –, tutti raccolti da mio zio, soprattutto nei mercatini dell’usato o dell’antiquariato, da amici e conoscenti e in certi casi anche ripescati dai cassonetti, buttati da persone che volevano disfarsene».
«Ho deciso di dare vita a questa mostra e di mettere a disposizione di tutti queste opere della tradizione popolare – prosegue Scattolo – perché viste tutte insieme fanno sicuramente un certo effetto e in particolare aveva senso per me riuscire ad aprire la mostra per il periodo del Natale, dato che perlopiù il soggetto di queste opere è proprio la Sacra Famiglia. Ho chiesto aiuto agli Amici del Forte, al Comune di Rivoli e agli amici dello zio Angelo per arrivare a questo risultato e li ringrazio tutti per la disponibilità e gli sforzi profusi». Gli Amici del Forte terranno la collezione fino a Pasqua, nel frattempo si deciderà come e dove conservarla perché non venga smembrata e persa. Per ogni informazione su questo e su tutti gli eventi ospitati dal Forte di Rivoli: www.forterivoli.it/eventi.

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