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A lezione di Sud del mondo nel solco della Laudato si’

di ELISABETTA MANZATI
A Ca’ Fornelletti 300 studenti s’immergono... nell’Amazzonia

 

A lezione di Sud del mondo nel solco della Laudato si’

di ELISABETTA MANZATI
Un’immersione nell’amazzonico polmone verde abitato dagli Indios, ma anche nel mondo dei diritti civili, dei valori di rispetto e umanità, di unione e solidarietà. È il ricordo che metteranno nello zainetto di scuola circa 300 alunni delle medie di Valeggio e Sommacampagna, delle 15 classi che, con 40 insegnanti e una trentina di volontari, in queste settimane stanno partecipando al progetto “Pace, vita per tutti e cura del Creato”. È il laboratorio educativo e artistico, proposto a Valeggio, a Ca’ Fornelletti, dall’omonima associazione che dalla metà degli anni Ottanta promuove progetti e la cultura solidale nei confronti dei Paesi del Sud del mondo secondo le parole chiave pace, mondialità, cura del Creato e ambiente. E il progetto ben si accorda all’enciclica di papa Francesco, Laudato si’, alla quale proprio la struttura immersa tra le anse del Mincio si è dedicata negli ultimi anni.
Da metà aprile i ragazzi stanno incontrando l’artista e teologo Anderson Augusto Pereira, 61 anni, del movimento brasiliano dei Senza Terra, e qui conduttore del laboratorio artistico che inizia di buon mattino con il raduno nel tranquillo giardino di Ca’ Fornelletti. Dopo i saluti e un canto, gli alunni ascoltano Anderson raccontare loro della lotta delle popolazioni indigene della foresta dell’Amazzonia, minacciate da un disboscamento senza scrupoli operato da chi mira alle attività di escavazione di minerali preziosi e all’agricoltura estensiva di soia.
È un’aggressione violenta, anche sostenuta dal precedente governo Bolsonaro e passata per l’uccisione di molti Indios del Nordest del Brasile.
Contro i soprusi, Senza Terra conduce progetti come quello di recuperare un insediamento agricolo abbandonato che oggi dà una casa e un lavoro a 160 famiglie: «Lì lavorano la terra, producono cibo per loro e ne portano nelle città per le famiglie bisognose – spiega Anderson ai giovani studenti –. I contadini espulsi dalle grandi compagnie lì trovano una terra da lavorare, condividono il raccolto e ne producono anche una parte solidale». Ma i ragazzi delle medie apprendono anche quanto la vita delle popolazioni amazzoniche sia in profonda fusione con la natura e il Creato e, quindi, nel pieno rispetto dell’ecosistema. L’artista brasiliano racconta loro, infatti, dell’affascinante cultura degli Indios attraverso l’arte dei grafismi che disegnano su oggetti e sul corpo per rappresentare il loro status all’interno della comunità: simboli di animali, colori tratti da frutti o argille, linee geometriche dal profondo significato. Il laboratorio prosegue, quindi, con la parte pratica.
I ragazzi riproducono dapprima i grafismi da soli su carta e poi in gruppo su tele, sotto la guida di Anderson. Ne sta uscendo una collezione di striscioni colorati che al termine del laboratorio, a fine maggio, sarà esposta a Ca’ Fornelletti. «Il lavoro in gruppi – spiega Anderson – è la parte più forte del progetto, la sfida per arrivare a un qualcosa fatto con i compagni. Ognuno parla, condivide, poi si mette tutto insieme. È un modo di vivere nella società. I ragazzi – prosegue – sono molto colpiti dai soprusi subiti dagli Indios: Bolsonaro aveva lasciato via libera alle politiche di distruzione per scardinare queste popolazioni. L’arte del grafismo, invece, è molto bella per gli alunni: è un modo di esprimersi, di rappresentare il corpo e la cultura di sensibilità per la natura».
«I ragazzi affrontano il tema della vita delle tribù amazzoniche che compongono circa 300 popolazioni – spiega Giuseppe Marchi, di Ca’ Fornelletti –. Gli Indios hanno sempre subito le aggressioni dei popoli “civilizzatori” che mirano alle escavazioni e alle coltivazioni estensive, disboscano, utilizzano prodotti altamente inquinanti che nuocciono alle persone del posto che per questo hanno di recente sfilato nelle città per protestare, per i loro diritti e per i confini territoriali. È un tema scelto perché gli Indios rappresentano uno stile di vita rispettoso della natura. Noi dobbiamo sentirci partecipi della loro lotta, contro l’inquinamento e contro la distruzione della terra. Lo stesso papa Francesco, con il sinodo dell’Amazzonia, ha voluto portare l’attenzione su questo problema». E la lotta per tutelare il mondo passa anche per il progetto Laudato si’ di recupero e valorizzazione del bosco attiguo di 11mila metri quadrati nello splendido habitat disegnato dalla valle del Mincio: «Abbiamo promosso uno studio sull’enciclica e siamo poi partiti con un progetto specifico sull’ambiente, patrocinato anche dagli scout Agesci del Veneto – conclude Marchi –. Un gruppo si occupa del bosco, lo pulisce dalle piante infestanti e costruisce un sentiero per arrivare a un vero e proprio percorso natura». 

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