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I luoghi dell’infanzia là dove sono le nostre radici

Mariangela Tarì
Terra madre
Mondadori
Segrate (MI) 2023
pp. 204 - euro 18

Parole chiave: Mariangela Tarì (1), Terra madre (1)
I luoghi dell’infanzia là dove sono le nostre radici

“In clinica mi hanno insegnato a scrivere quello che provo pensando a un tempo lontano o ripercorrendo alcuni avvenimenti. È una delle strade possibili per mettere ordine. Lascerò queste pagine scritte, che ho usato per andare indietro, in qualche luogo nascosto, così come faceva mia madre”. La scrittura come rifugio per esprimere le proprie emozioni, la nostalgia degli affetti, degli odori e dei sapori dell’infanzia, la solitudine che obbliga a guardarsi dentro. Ma soprattutto la propria terra, luogo di crescita e di trasformazioni ma anche porto sicuro, in cui tornare per riprendere in mano la propria esistenza. È una storia in cui sogni e verità si intersecano e si uniscono Terra madre (Mondadori), il romanzo di Mariangela Tarì, già autrice del libro-testimonianza Il precipizio dell’amore. Solo appunti di una madre. La protagonista, Emma, è una madre sola, combattuta tra le sfide di una nuova esistenza lontano da casa e la nostalgia, sempre più forte, per la sua terra e la masseria di famiglia, a pochi chilometri dallo stabilimento Ilva, a Taranto. E così il Nord e il Sud dell’Italia si ritrovano uniti attraverso le vicende di questa giovane donna. Come lei, chissà quanti altri esseri umani vivono le stesse paure, nostalgie, dolori, ma anche le gioie rese possibili dal ritorno ogni volta che vengono a galla le memorie di quel tempo finito, l’infanzia, capace di diventare infinito attraverso la narrazione e di trasformarsi in un luogo impermeabile al succedersi degli eventi. La terra madre non giudica, ed è qui che Emma sceglie di rifugiarsi, per ritrovare il silenzio e quei ritmi che di fatto sono l’unico appiglio e l’unica cura ai suoi tormenti interiori. Nel luogo di un tempo passato, con le memorie di bambina che emergono e la riconducono a trovare, finalmente, un senso da dare alle cose. Accettando anche i lati più dolorosi della propria storia: “È un anno che rivesto il ruolo della ritornata. I ritornati sono sempre di meno, ormai. Mi perdo in solitarie passeggiate sul lungomare, ogni tanto salgo in barca e mi faccio portare dove i delfini saltano fuori dall’acqua. Io li guardo pensando che hanno resistito, che si sono manifestati anche loro a farsi scoprire belli, che vogliono stare lì nonostante tutto”. A rendere cariche di emozione le pagine di Mariangela Tarì è una scrittura di grande potenza, forte e delicata insieme, capace di risaltare le contraddizioni e le bellezze della sua terra. Ricordando a chi legge quanto sia profondo il legame con le proprie radici, un legame fatto di riti e di preghiere, di superstizioni e di giochi. Il suo è un invito a coltivare i ricordi, e a portarli nel cuore qualunque cosa accada, e qualunque sia la meta del nostro viaggio nel mondo.

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