Il Fatto di Bruno Fasani

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L'approfondimento settimanale di Monsignor Bruno Fasani

Fasani mons. Bruno

Le foto che stanno girando dalla Turchia in tutto il mondo ci mostrano migliaia di militari e magistrati ammucchiati a terra seminudi. Sembra la scena di un macello, dove maiali all’ingrasso attendono l’esecuzione. Da quelle parti funziona così. Una vendetta per il golpe fallito, che lascia però sul campo molti interrogativi. Per esempio sui magistrati. Come sapevano da subito che tremila di loro erano golpisti, a meno di aver fatto da tempo delle liste di proscrizione?

Ci sono luoghi che faremmo bene a ricordare e riproporre in quanto evocativi di un passato da non dimenticare. La storia, si sa, non va più molto di moda. La scuola la insegna così e così e spesso ci si ferma per mancanza di… carburante, cioè di tempo, evitando alle nuove generazioni la conoscenza di quella più vicina a noi, ossia quella del XX secolo.

Mi sto progressivamente auto-convincendo che in Cassazione, organo massimo e inappellabile della magistratura, lavori un gruppo di fantasisti. Di quelli alla Pelé o alla Maradona giusto per spiegarsi. Insomma gente che tutto possiede, tranne la prevedibilità. Quest’ultima, si sa, appartiene a noi poveri mortali, abituali alle regole, agli schemi consolidati.

Mi capita ogni tanto di celebrare qua e là in giro per l’Italia. Quando posso preannuncio il mio arrivo. Qualche altra volta capito all’ultimo minuto. È un’esperienza interessante, che aiuta a capire quali possono essere le impressioni della gente quando si rivolge alle nostre parrocchie.

La drammatica esecuzione di 49 giovani, avvenuta ad Orlando nei giorni scorsi, va ad aggiungersi ai grani di un rosario interminabile di delitti perpetrati in nome dell’ideologia perversa e fanatica dell’Isis. Mentre tanti ragazzi cadevano sotto i colpi di un pazzo esaltato, a Parigi un altro fanatico, dopo aver ammazzato un poliziotto, entrava nella sua abitazione per uccidere la moglie, davanti alla loro bambina di tre anni...

La televisione ci ha portato in casa le scene violente fuori dagli stadi di Francia, dove si sta disputando la coppa continentale. Il Vangelo dice che anche a dare dello stupido a un fratello si rischia un passaggio nella Geenna. Me ne faccio una ragione e mi prenoto un posto tra i grandi ustionati...

Devo ammetterlo: non l’avevo capita, e forse non l’ho capita ancora, la reale grandezza di Mohammad Ali, alla nascita Cassius Clay. O meglio, ne conoscevo la grandezza sportiva, ma ho fatto fatica a mettermi in sintonia con un mondo in gramaglie, come se ci trovassimo davanti alla perdita di un gigante dell’umanità.

L’ennesimo episodio di cronaca nera ci porta stavolta a Roma. Perfino a scriverne si prova disagio. È la storia di Sara, 22 anni, e di Vincenzo Paduano, che di anni ne fa 27, fino a poco tempo fa fidanzati felici. Una storia arrivata al capolinea, come spesso accade a questo mondo...

Questa volta Giacinto Pannella, in arte Marco, se n’è andato per davvero. Non per fame o per sete, come sarebbe stato coerente con le sue strategie politiche. Più banalmente e brutalmente per un tumore ai polmoni, cui ha certamente contribuito il suo fumare compulsivo, da ciminiera. Credo che se mai ne avesse avuto facoltà, perfino con la cannula dell’ossigeno si sarebbe regalato un po’ di nicotina o una tirata di cannabis.

Facendo un’indagine tra chi partecipa ogni anno alle adunate degli alpini, per conoscere quale fosse stata quella che ricordavano maggiormente, una risposta tra le tante mi ha particolarmente colpito: «La più bella adunata è sempre l’ultima – mi ha rivelato con candore un alpino – ci arrivi pieno di entusiasmo e torni a casa con la voglia di partecipare a quella del prossimo anno».