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Nell’ospedale newyorkese curano anche i sentimenti

Sul piccolo schermo a qualsiasi ora si può trovare un centro sanitario aperto...

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Nell’ospedale newyorkese curano anche i sentimenti

Sul piccolo schermo a qualsiasi ora si può trovare un centro sanitario aperto. Il venerdì sera chi apprezza il medical drama può varcare l’atrio di uno dei più vecchi ospedali degli Stati Uniti, il Bellevue Hospital di New York. Infatti Canale 5 ormai da qualche anno trasmette New Amsterdam, la fortunata produzione americana dedicata al policlinico che ha l’intento dichiarato di curare non solo il corpo ma anche le emozioni dei suoi ricoverati. Giunti alla quarta stagione, dopo aver raccontato il tempo della pandemia, i sanitari del nosocomio hanno ripreso la loro attività ordinaria. Ancora una volta si ripresentano gli abituali grandi dilemmi di questo microcosmo: il conflitto tra le spese da sostenere e le cure da assicurare a tutti quelli che ne hanno bisogno; il carrierismo più sfrontato che si scontra con medici appassionati pronti a sfidare le leggi dell’economia pur di rispettare il giuramento di Ippocrate, e naturalmente il grande guazzabuglio delle loro vite private dense di affetto ma messe alla prova da un impegno lavorativo quanto mai faticoso. L’eroe dell’ospedale aperto a tutti è il dottor Max Goodwin (Ryan Eggold, nella foto) che si presenta come un dirigente illuminato, attento anche alle problematiche sociali della popolazione. In questo nuovo ciclo di episodi, gli fa da antagonista Veronica Fuentes, la futura responsabile del nosocomio, preoccupata più di saldare il debito dell’azienda che di investire in nuovi ambiti di cura e servizi per migliorare l’offerta da dare ai pazienti. Fra loro vi è un legame antico che, probabilmente, solo a stagione inoltrata verrà del tutto svelato. Tra le corsie inoltre si aggira uno psicologo che assume il ruolo di confidente, sempre pronto a dare il consiglio giusto a chi si trova in una qualche ambascia professionale o familiare. Se il set può sembrare simile a quello di altri telefilm del genere, in realtà questa produzione appare meno nevrotica del più famoso E.R. medici in prima linea o di Dr. House con i suoi improvvisi lampi di genio. Il clima sembra più tranquillo e ordinario, tuttavia non mancano alcune inquadrature di estremo realismo colte durante alcuni interventi chirurgici forse più adatte a degli studenti di medicina che al pubblico della prima serata. Finora solo il 10% dei telespettatori ha deciso di seguire il decorso delle malattie di questo policlinico statunitense. Probabilmente la vicenda seguitissima del dottor Andrea Fanti in Doc – nelle tue mani ha lasciato il segno, tanto che gli italiani sembrano fidarsi solo di lui.        

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