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Tommasi racconta la Roma (con qualche dimenticanza)

Damiano Tommasi
Ti racconto i campioni della Roma
Gribaudo
Colognola ai Colli (VR) 2021
pp. 238 – Euro 18,50

Tommasi racconta la Roma (con qualche dimenticanza)

“«Ma lei è il calciatore che legge?». Una signora alla stazione Termini un giorno mi sorprese con questa domanda. «Non so cosa intenda dire, signora, sono un calciatore e sì, qualche volta leggo». «No, voglio dire, lei è quello che nel libro di Totti fa la parte dell’intellettuale»”. Il libro è uno dei primi delle barzellette sul capitano, mentre l’intellettuale è Damiano Tommasi che, in questo caso, non ha solo letto, ma ha pure scritto. La Gribaudo ha infatti chiesto al centrocampista di Sant’Anna d’Alfaedo di raccontare i campioni della Roma, la squadra con la quale ha esordito in Serie A, vincendo il terzo (e, per ora, ultimo) scudetto della storia giallorossa. L’undicesimo giocatore per presenze nella storia della Roma (21 gol segnati in 351 gare disputate) ha accettato di raccontare i fuoriclasse che hanno fatto grande la squadra che porta il nome della Capitale, soffermandosi soprattutto su quelli con i quali ha giocato, da Aldair a Delvecchio, da De Rossi a Di Francesco, da Cassano a Perrotta, non scordando i presidenti come Franco Sensi e gli allenatori come Zdenek Zeman. Non mancano calciatori di allora, da Fulvio Bernardini a Roberto Pruzzo, e calciatori di adesso come Lorenzo Pellegrini. Alcune pagine, inoltre, sono dedicate a Elisa Bartoli, la trentenne difensore e capitano della Roma femminile vincitrice della Coppa Italia. Il volume, impreziosito dalle illustrazioni di Paolo Castaldi, trentanovenne fumettista di livello internazionale, è, come scrive lo stesso Tommasi, “una lunga carrellata di uomini, protagonisti, campioni e cammei di un romanzo umano e calcistico che attraversa le generazioni”. “Pochi trofei in bacheca”, prosegue l’“intellettuale che legge e che scrive”, ed è per questo che lascia perplessi l’assenza di due calciatori, entrambi veronesi, che hanno vinto almeno uno di questi trofei. Uno è Paolo Alberto Faccini, classe 1961, che segnò, a Cagliari, il primo gol della stagione che porterà al secondo scudetto giallorosso; l’altro è Guido Masetti, “er primo portiere”, come recita l’inno della Roma scritto nel 1931. Egli è stato il simbolo della Roma per quasi mezzo secolo. Lo è stato come capitano della squadra che conquistò per la prima volta lo scudetto nel 1942; come tecnico di fiducia che i romanisti avevano voluto nel 1951 al fianco di “Gipo” Viani; lo è stato fino al 1970, sempre come tecnico, alle dipendenze di personaggi quali Oronzo Pugliese e Helenio Herrera. Due assenze, queste di Faccini e Masetti, che, comunque, non tolgono valore al lavoro di Tommasi, il quale ha cercato “di mettere nero su bianco l’amore eterno per delle persone, per una squadra e per una città che nella sua bellezza rimane davvero una Città Eterna”.

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