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Italiche vittorie talora osannate talora ignorate

Chi vince, si sa, ha ragione e anche il diritto di usare l’ironia e il sarcasmo contro gli sconfitti...

Parole chiave: Editoriale (382), Italia (22)

Chi vince, si sa, ha ragione e anche il diritto di usare l’ironia e il sarcasmo contro gli sconfitti. Vale per lo sport e anche per altri ambiti che in questi giorni scivolano in secondo piano, da quanto appare sui giornali. Gli italiani si sono scatenati sui social dopo il trionfo azzurro a Wembley; mi ha colpito un messaggio che potrebbe essere la sintesi di questo pensiero: “Avete fischiato l’inno di Mameli. Avete giocato arroccati a difesa di un fortunoso e misero vantaggio. Avete perso sul campo di casa vostra. Vi siete sfilati la medaglia del secondo posto dimostrando di non conoscere cosa sia la sportività. Siete usciti dallo stadio prima che l’Italia alzasse la coppa... Guidate a sinistra, usate miglia e libbre. Insomma con l’Europa c’entrate pochino... Gli Europei è giusto che li vincano gli europei”.
Bisogna saper vincere e le lodi al novello Davide italico che ha abbattuto il tracotante Golia inglese si sprecano in modo trasversale. Bisogna anche saper perdere e accettare la sconfitta come un’occasione per ripartire: è la nostra storia.
Passata la botta di adrenalina e alcol anche questo trofeo andrà in bacheca, torneremo alla vita ordinaria sperando che l’aver trasgredito le norme anti-Covid non ci presenti il conto; si parla già di “cartellino” giallo per alcune Regioni. “Avete unito l’Italia” titolavano in coro il Corriere e la Repubblica di martedì scorso: bene, abbiamo fatto gli italiani! Ora saremo capaci di esserlo anche con i 422 dipendenti dalla Gkn – proprietà di un fondo finanziario con sede proprio a Londra – licenziati tramite una lettera inviata via mail (a proposito di stile...). Anche questa partita ci vede partire in svantaggio rispetto agli inglesi. Ribaltare questo risultato contro lo squadrone finanziario sarà più arduo, perché il pallone è rotondo, ma la finanza è quadrata... Ecco la risposta alla provocazione social: “Con l’Europa c’entriamo poco, ma in economia e finanza dettiamo  noi le regole”.
Abbiamo conquistato un trofeo (quando si vince si usa sempre il “noi”) che ci sfuggiva da oltre cinquant’anni. Ma ci sono altre partite (qualcuno si è accorto per esempio che la squadra nazionale di softball il 3 luglio scorso si è laureata campione d’Europa per la 15ª volta?) e non solo sportive, e non solo contro i brutti e cattivi inglesi.

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