Editoriale

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Ci sono eventi che, a livello di cronaca, durano qualche giorno, ma gettano le radici così in profondità da permettere loro di sopravvivere come alberi rocciosi anche a catastrofi o siccità prolungate; ci sono fatti che sul momento vengono letti e interpretati con gli occhiali degli influencer di turno, ma che nascondono una profezia di futuro da fiume carsico che affiora in tempi e modi inaspettati e con tale intensità da non permettere più di tornare indietro...

Chi della mia generazione e dintorni non ricorda gli scioperi degli studenti? Non quelli del ’68, periodo in cui eravamo ancora alla scuola materna; i nostri erano i tempi del cosiddetto “riflusso”, quando guadagnavano terreno sulle ideologie forti più realistiche percezioni delle esigenze economiche e talvolta anche semplici furbesche mascalzonate.

Ancora pochi giorni e deposte maschere, coriandoli, frittelle e galani, entreremo nel tempo forte della Quaresima, periodo favorevole alla conversione e al rinnovamento per poter “incarnare più intensamente e concretamente” il mistero pasquale nella nostra “vita personale, familiare e sociale, in particolare attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina”.

La tragica storia del giovane africano Càmara Mabadu, morto di tubercolosi, è stata raccontata dai giornali e dalle televisioni locali.
Piccolo orfano fuggito dal suo villaggio in Guinea, finito schiavo nelle miniere d’oro del Kenya, di lì scappato di nuovo a piedi in mezzo al deserto e infine arrivato a Verona, non si sa come, o meglio, si sa benissimo, ma non si dice...

Rimango stupito quando sento amici e conoscenti che, con soddisfazione, si vantano dei loro affari a basso costo: «Nel tal mercato c’è una bancarella dove un cappotto costa 5 euro», «nel tal’altro mercatino, con pochi centesimi si riesce a portar via una cassettina intera di frutta» e via dicendo. E così siamo convinti che potremmo vivere nel migliore dei mondi possibili se solo avessimo un po’ di sicurezza (individuale) in più...

Bisognerà vedere quale recezione e attuazione avrà in un contesto multiforme come quello islamico dove la religione determina anche le scelte politiche, economiche, militari degli Stati oltre alle azioni quotidiane dei cittadini...

Se non andremo noi verso le periferie, saranno loro che ci verranno a trovare. E non sarà un idillio. Se non ascoltiamo l’invito di papa Francesco...

Cento anni fa, era il 18 gennaio 1919, dopo mezzo secolo nel quale i cattolici italiani rispetto alla vita politica non potevano essere “né eletti, né elettori”, prendeva forma una nuova fase inaugurata con il famoso appello di don Luigi Sturzo ai “liberi e forti”. Nasceva il Partito Popolare che, poi, sarebbe diventato Democrazia cristiana.

La nota qualificante della Chiesa, che deriva direttamente dalle parole del Maestro: «Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15), è essenzialmente quella dell’annuncio e più in generale della comunicazione. 

La singolare vicenda della norma inserita nella legge di bilancio che prevede il raddoppio della tassazione dell’Ires a carico delle realtà del terzo settore, equiparando gli enti non profit alle società commerciali a scopo di lucro, ha sollevato un polverone tale che il premier Giuseppe Conte ha annunciato la retromarcia: «Provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale»...