“Gnam, pappa buona!” o “Arriva..., arriva... un carico di...”: con mille e più varianti quante sono le famiglie, ogni casa è abituata a sentire incitamenti perché i piccoli mangino. Il cibo è vita e ne facciamo esperienza fin dai primi giorni: senza non si cresce, ma è anche vero che tramite il cibo si instaurano le relazioni più strette fra genitori e figli.
La mia azienda chiude. Il sogno di mio padre svanisce. L’avidità dello Stato e la miopia di governanti inetti ha vinto. La qualità non ha pagato. Essere rimasti onesti non è servito. Altre persone senza stipendio. In Italia non c’è futuro. Non è giusto. Mentre non riesco a trattenere le lacrime, sono queste le frasi che mi rimbalzano nella testa, e me la spaccano in mille pezzi...
Non si vorrebbero più leggere notizie come quelle di questi giorni che giungono da Aleppo e dallo Yemen. Non si vorrebbe più scorrere quell’impressionante elenco di cifre di morti, sfollati, intrappolati, disperati, traditi, umiliati. Non si vorrebbe più prendere atto che tra i calpestati dalla violenza degli adulti ci sono, sempre più numerosi, i bambini.
Finite le vacanze – per chi ha potuto permettersele –, riaperte le fabbriche, ripartite a pieno ritmo le attività produttive ci si chiede che cosa aspetta gli italiani in questi quattro mesi che mancano alla chiusura dell’anno.
Le chiamano mutazioni antropologiche, Karl Polanyi ha scritto un bellissimo libro sulla questione: La grande trasformazione legando le mutazioni della società ai cambiamenti produttivi ed economici...
Sembrerà strano, se abbiamo di fronte ai nostri occhi le immagini veicolate dai media e i commenti dei vari opinionisti, ma gli italiani si sentono meno insicuri che in passato. Le origini delle paure provengono in modo maggiore da quel che viene da lontano, dal mondo, dalla globalizzazione. Sentiamo invece meno pressanti le paure derivanti da questioni nostrane.
Ma un uomo che sia padre, ancorché obeso, può fare politica? Oppure l’amministrazione pubblica in queste condizioni è un problema solo per le donne? Saranno pure state battute quelle con cui, nelle prime schermaglie delle varie candidature in corsa per il sindaco di Roma, si è riusciti ad apostrofare la potenziale concorrente incinta Giorgia Meloni con l’invito piuttosto perentorio di dedicarsi a fare la mamma e lasciar perdere l’agone politico...
Tre passi avanti e due indietro come la corsa del gambero. È vero che – come dice Renzi – c’è il dovere di essere fiduciosi ma quando arriva una secchiata di acqua fredda non è facile far buon gioco a cattiva sorte. Ultima non buona notizia le stime di crescita del prodotto interno lordo nel 2016 rese note dall’Ocse che risultano ridotte significativamente rispetto a quelle di poche settimane fa dell’Ue...
Il nome della rosa era la sua croce e delizia. Si incavolava a morte quando lo si ricordava come il suo miglior romanzo. Eppure in quel romanzo c’era tutto Umberto Eco, lo scrittore italiano tra i più conosciuti, e venduti, nel mondo, con il suo gusto per il paradosso, le trappole per il lettore, i segni del linguaggio, la storia medioevale, la religione.
Le chiamano mutazioni antropologiche, Karl Polanyi ha scritto un bellissimo libro sulla questione: La grande trasformazione legando le mutazioni della società ai cambiamenti produttivi ed economici...
Sembrerà strano, se abbiamo di fronte ai nostri occhi le immagini veicolate dai media e i commenti dei vari opinionisti, ma gli italiani si sentono meno insicuri che in passato. Le origini delle paure provengono in modo maggiore da quel che viene da lontano, dal mondo, dalla globalizzazione. Sentiamo invece meno pressanti le paure derivanti da questioni nostrane.
Ma un uomo che sia padre, ancorché obeso, può fare politica? Oppure l’amministrazione pubblica in queste condizioni è un problema solo per le donne? Saranno pure state battute quelle con cui, nelle prime schermaglie delle varie candidature in corsa per il sindaco di Roma, si è riusciti ad apostrofare la potenziale concorrente incinta Giorgia Meloni con l’invito piuttosto perentorio di dedicarsi a fare la mamma e lasciar perdere l’agone politico...
Tre passi avanti e due indietro come la corsa del gambero. È vero che – come dice Renzi – c’è il dovere di essere fiduciosi ma quando arriva una secchiata di acqua fredda non è facile far buon gioco a cattiva sorte. Ultima non buona notizia le stime di crescita del prodotto interno lordo nel 2016 rese note dall’Ocse che risultano ridotte significativamente rispetto a quelle di poche settimane fa dell’Ue...
Il nome della rosa era la sua croce e delizia. Si incavolava a morte quando lo si ricordava come il suo miglior romanzo. Eppure in quel romanzo c’era tutto Umberto Eco, lo scrittore italiano tra i più conosciuti, e venduti, nel mondo, con il suo gusto per il paradosso, le trappole per il lettore, i segni del linguaggio, la storia medioevale, la religione.
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