Nel dibattito pubblico trova spazio l’idea di una società senza lavoro. Per molti potrebbe essere un sogno: vivere senza far nulla, nell’ozio, ma sarebbe sostenibile? Molto probabilmente no. Ci si troverebbe in una società immobile. Una società senza lavoro rischia di sgretolare le relazioni e di portare l’uomo e la donna all’inerzia...
Per il futuro della nostra società non possiamo trascurare l’importanza del nostro sistema di welfare anche se abbiamo bisogno di comprenderne i limiti per vedere le reali opportunità di sviluppo. Il tema non è soltanto reperire le risorse, ma comprendere dove investire e in che modo operare.
Finalmente è entrato in vigore l’accordo sul clima stipulato a Parigi per contenere il riscaldamento. È stato necessario quasi un anno di lavoro per la diplomazia internazionale. Dopo Cina e Stati Uniti hanno firmato anche il Nepal, il Canada, l’Unione Europea. Così è stata superata la soglia minima, l’adesione di almeno 55 Paesi che assieme producono almeno il 55% di emissioni di CO2, affinché possa essere efficace l’accordo elaborato a Parigi nel dicembre 2015 dalla Cop21...
L’imprudenza, la superficialità, la trascuratezza, la sottovalutazione delle norme possono portare gravi conseguenze e spesso noi italiani non ce ne accorgiamo. Le consideriamo delle colpe veniali, specialmente quando ci sentiamo sicuri...
Sembrerà strano, se abbiamo di fronte ai nostri occhi le immagini veicolate dai media e i commenti dei vari opinionisti, ma gli italiani si sentono meno insicuri che in passato. Le origini delle paure provengono in modo maggiore da quel che viene da lontano, dal mondo, dalla globalizzazione. Sentiamo invece meno pressanti le paure derivanti da questioni nostrane.
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