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A spasso con la zia per conoscere l'Italia

Non si finisce mai di scoprire quanto è bella l’Italia. In viaggio con la zia è un modo di fare turismo che Rai Uno nei sabati estivi ha scelto di confezionare per ripercorrere ancora una volta il nostro stivale e far rivedere agli italiani tutte le bellezze e le caratteristiche che il nostro Paese conserva e tiene vive.

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A spasso con la zia per conoscere l'Italia

Non si finisce mai di scoprire quanto è bella l’Italia. In viaggio con la zia è un modo di fare turismo che Rai Uno nei sabati estivi ha scelto di confezionare per ripercorrere ancora una volta il nostro stivale e far rivedere agli italiani tutte le bellezze e le caratteristiche che il nostro Paese conserva e tiene vive. Non si tratta di un documentario, né di cartoline a uso e consumo di un viaggiatore distratto, ma di un insolito e curioso viaggio familiare tra le più belle città italiane.
La zia di cui si parla nel titolo è Syusy Blady, che dopo aver viaggiato mezzo mondo insieme con il marito Patrizio Roversi, è ora accompagnata da Livio Beshir, ex annunciatore Rai che finge di essere suo nipote. Con questa coppia così ben assortita si visitano non solo i luoghi già famosi al grande pubblico, ma si possono scoprire, oltre ai monumenti già noti, anche siti magari non visitabili di un’Italia sconosciuta perfino agli abitanti di una stessa città. Non mancano poi inserti di attualità che raccontano vicende più legate a noi nel tempo, non disdegnando qualche indicazione di vivere civile. Si raccolgono così insieme le trame delle vicende locali che contribuiscono a formare la storia del nostro popolo.
Le conversazioni tra i due e con qualche esperto del luogo si muovono lungo i binari della leggerezza. La conduttrice assomiglia a una nuova Mary Poppins, in qualche puntata viaggia addirittura con un bizzarro ombrello appresso, sempre perennemente entusiasta, mentre il giovanotto sulla soglia della quarantina sembra un adolescente delle superiori alla ricerca di notizie con il suo smartphone e pronto a qualche immancabile selfie. È per questo che Blady chiama bimbo il suo collega il quale, tuttavia, sprovveduto non è per niente, riuscendo spesso ad anticipare e integrare il discorso in atto grazie alla Rete. Da questo duo al limite della stravaganza emerge il vivo desiderio di conoscere sempre meglio le tradizioni e i costumi dei mille comuni d’Italia. Storia, leggenda, arte, usanze si mescolano nel dare un’immagine il più possibile realista dello spirito italiano delle diverse regioni.
La trasmissione pur raccontando per l’ennesima volta il nostro Paese, grazie al linguaggio frizzante, ma mai superficiale è gradevole, sbarazzina, mai scontata, non assolutamente pedante e invoglia il telespettatore ad andare a visitare, a conoscere sempre di più la nostra Italia. In mezzo alle repliche estive, questo inserto di televisione fa vedere come con un’idea semplice e pochi mezzi a disposizione, si riesca a far cultura senza scomodare gli esperti. Viaggiare così stuzzica l’intelligenza e la fantasia.

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