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Quei chicchi che portano frutto

Il chicco che muore e che per questo porta frutto. È il segreto della Pasqua di Cristo, a cui – come ricorda san Paolo – è legata pure la nostra speranza di eternità

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Il chicco che muore e che per questo porta frutto. È il segreto della Pasqua di Cristo, a cui – come ricorda san Paolo – è legata pure la nostra speranza di eternità.
Pochi giorni prima dell’inizio della Settimana Santa, che culmina appunto con queste celebrazioni pasquali, sono state uccise due persone in Colombia, più precisamente presso il villaggio La Esperanza, Dipartimento di Antioquia. Purtroppo, numero e luogo non fanno poi così tanta notizia, e questo è anche il segreto del chicco di grano. A fare un po’ più di rumore sono l’età delle vittime – 15 e 30 anni – e il fatto che fossero legate non ad organizzazioni criminali, ma alla Comunità di Pace di San José de Apartadó. Nata nel 1997 per difendere terre e persone secondo principi di resistenza civile nonviolenta, ha dovuto subire negli anni parecchie aggressioni: oltre 300 vittime, a cui si sono aggiunte Nayeli Sepulveda ed Edison David rispettivamente moglie e fratello di uno dei leader della Comunità. A renderlo noto i responsabili di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, e presente in Colombia dal 2009 per garantire protezione e accompagnamento alle persone vittime del conflitto. Alcuni di loro conoscevano bene le vittime, perché nel loro villaggio erano presenti da qualche settimana in qualità di osservatori internazionali a causa delle ultime minacce e attacchi.
La data del duplice omicidio, compiuto con colpi di arma da fuoco, è particolare: 19 marzo. È la solennità di san Giuseppe, colui che ha testimoniato e insegnato a Gesù ad essere un chicco di grano nascosto, che si offre e sacrifica; era anche il trentesimo anniversario dell’assassinio di don Giuseppe Diana, altra persona che ha vissuto la logica pasquale, pure nel dover far fronte a calunnie infamanti.
Il tutto a pochi giorni dal ricordo di Óscar Romero, ucciso il 24 marzo 1980, che diceva: “Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare, ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio sangue sia un seme di libertà e il segno che la speranza sarà presto realtà”.
Tutti legati alla promessa che “giustizia e pace si baceranno”.

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