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Per gli altri? No: con gli altri

“Dal per al con”: in questo breve slogan è contenuto secondo papa Francesco il segreto e il mandato del Natale...

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Per gli altri? No: con gli altri

“Dal per al con”: in questo breve slogan è contenuto secondo papa Francesco il segreto e il mandato del Natale. Lo ha ricordato agli organizzatori del Concerto con i poveri e per i poveri dello scorso 15 dicembre. Ha specificato che la chiave di tutto è passare dal “per”, che è il punto di partenza, al “con” che è la meta decisiva. In questo c’è un messaggio natalizio, perché parla di fraternità, ma soprattutto perché è immagine di quel Dio che è venuto per noi in un modo del tutto particolare, cioè “venendo ad abitare con noi, anzi, diventando come noi”. Ha continuato il Papa: “Questo mistero ci lascia sempre senza parole. È troppo grande, ci supera. Eppure lo possiamo sperimentare nell’incontro con l’altro diverso da me: quando il mio dare qualcosa per lui o per lei, diventa un ricevere, diventa un condividere, diventa amicizia”.
Nell’incarnazione il Figlio ha rivelato definitivamente che non si tratta di un Dio per noi, ma con noi. Nel Natale i figli sono chiamati a riscoprire la vocazione umana che non si ferma all’essere per gli altri (che sia nella modalità degli amici o dei servi), ma con gli altri. Scriveva Edith Stein (1891-1942) che, proprio a partire dall’incarnazione, “per il cristiano nessun uomo è estraneo, ogni uomo è sempre il prossimo che ci troviamo davanti e che di noi ha estremamente bisogno, non importa se parente o no, se antipatico o no, se moralmente degno di aiuto o no”.
Recentemente papa Francesco ha ricordato due altri aspetti che diventano il nostro augurio: da una parte, che per vedere il Natale in modo vero e coerente “non basta la musica, non bastano le luci, gli addobbi... No, ci vuole la preghiera”; e dall’altra che proprio un elemento importante come la musica non è solo atmosfera, ma diventa un richiamo forte a fare in modo che questo giorno sia un invito ad impegnarsi a creare armonia tra note (persone, lingue e culture) diverse. In particolare, ha proposto l’esempio dei canti popolari natalizi con melodie celebri, rispetto alle quali “ciascuno apporta la propria originalità, il proprio timbro”. Questo modo di cantare non è solo quindi folklore, ma diventa un modo per assaporare e testimoniare la bellezza della poesia e della spontaneità nemica dell’omologazione e della uniformità.

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