Editoriale
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Impariamo ad ascoltare

Mi sono riletto il messaggio papale per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Le seguenti espressioni di papa Francesco – “c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra...

Mi sono riletto il messaggio papale per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Le seguenti espressioni di papa Francesco – “c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra. E così come il battito dei bimbi, fin dal grembo, è in armonia con quello delle madri, così per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita” – mi hanno riportato alla memoria un podcast di Raiplay Sound della serie “Il senso del futuro”, intitolato Prestare bene l’orecchio, con Chiara Luzzana, dove si ricorda una quasi banalità che invece è molto importante: la differenza tra sentire e ascoltare. “Il sentire – dice Luzzana – è un’azione passiva; ci passa qualcosa vicino all’orecchio e corre via, magari non ce ne rendiamo nemmeno conto. Ascoltare è un’azione attiva, consapevole; decido di far sì che questo suono entri dentro di me perché l’udito è uno dei sensi più intimi”. L’udito si sviluppa nella sua completezza già durante la 5ª settimana di gestazione ed è come un pre-requisito fondamentale per affrontare la vita e il  mondo circostante.
Esiste un quasi paradosso: ascoltare il silenzio, come spesso si dice. Ma il silenzio è impossibile da trovare perché la mancanza assoluta di qualsiasi suono non esiste. Anche lo spazio interstellare, dove le onde sonore non si propagano, si fa sentire sotto forma di onde elettromagnetiche che provengono dalla sua origine.
I suoni poi sono il mezzo attraverso il quale possiamo, selezionandoli, ascoltare la natura, la città, le persone e persino Dio (come insegna l’esperienza del profeta Elia). Anche i ricordi delle persone care passano prima per la memoria della loro voce e solo dopo con l’immagine della loro figura; è quel timbro, unico come le impronte digitali, che ci permette di distinguere una persona in mezzo ad un milione.
Per custodire il senso della vita è necessario ripartire dall’udito. Abbiamo imparato l’importanza dell’educazione alimentare, di quella stradale, di quella ecologica, di quella civica, ma non ancora l’educazione al suono e all’ascolto. Proprio questa può trasformare la nostra vita da un fascio di rumori (noise) in una sequenza di suoni armonici. Tutto ciò si può chiamare di volta in volta: preghiera, dialogo, rispetto, pace.

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