Commento al Vangelo domenicale
stampa

Tutti invitati alla festa e a cambiare habitus

Matteo 22,1-14

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Parole chiave: Vangelo (389), XXVIII del Tempo Ordinario (3)
Tutti invitati alla festa e a cambiare habitus

Il Vangelo proclamato in questa domenica riporta la terza ed ultima parabola che Gesù indirizza alle autorità giudaiche della zona del tempio di Gerusalemme per spiegare ed illustrare la realtà del regno dei cieli. Il brano narra la vicenda di un re che prepara un banchetto in occasione delle nozze del figlio. Pare doveroso sottolineare come, per spiegare in che cosa consista questo regno di Dio, il Maestro ancora una volta scelga un racconto che tratta della storia di un padre (il re, ossia il Signore) e di un figlio (Gesù).
Il brano evangelico si presenta sostanzialmente bipartito: nella prima sezione Gesù narra di un re che invia per due volte alcuni suoi servi a chiamare gli invitati al banchetto e si indigna quando, oltre al rifiuto a prendere parte alla festa, alcuni arrivano addirittura ad oltraggiare e uccidere i suoi messaggeri. Nella seconda parte la narrazione prosegue nuovamente grazie ad una ulteriore iniziativa del sovrano, il quale ordina ad altri servi di convocare tutti coloro che trovano nelle piazze e nelle strade e, una volta che la sala dei festeggiamenti è piena di commensali, sottopone i presenti ad una sorta di ispezione che si conclude con l’allontanamento brusco di un ospite privo della veste nuziale.
Anche nel Vangelo proclamato in questa domenica, come nella parabola della vigna, leggiamo di Dio che manda i suoi servi ad invitare gli uomini e di nuovo coloro che sono incaricati di portare l’offerta a prendere parte alla festa del loro signore vengono sviliti, offesi, malmenati e persino uccisi. L’invito che diffondono è gratuito, non dipende dal merito, si estende a tutti, buoni o cattivi che siano. È interessante evidenziare come, di fronte al diniego da parte di quanti sono stati chiamati a partecipare alla festa per primi, il re si indigni ma non permetta al rifiuto opposto da alcuni di bloccare il suo progetto di salvezza. Egli è così determinato nel non voler rinunciare al banchetto che ha già preparato che decide di mandare nuovamente altri servi a radunare altri commensali per il pranzo di nozze.
Nel testo proclamato, al versetto 9 risuona l’esortazione del re ad andare “ai crocicchi delle strade”. A ben vedere, però, il termine greco che viene utilizzato dall’evangelista Matteo (diexódous) indica la porzione di territorio in cui finivano le strade collocate in prossimità delle città e iniziavano i sentieri più accidentati di campagna. Il padre dello sposo, quindi, sta ordinando ai suoi servi di spingersi oltre i luoghi consueti per raggiungere quelle che oggi identificheremmo come periferie lontane, ossia quei contesti che appaiono quasi del tutto estranei all’ambito religioso. Sono i posti in cui spesso risiedono le persone emarginate, reiette, solitamente escluse dalle relazioni sociali; sono quelle realtà dalle quali si presume non possa uscire nulla di buono e che solitamente si ritengono così lontane da Dio da apparire senza speranza. Gesù con questa parabola sta presentando il Padre come colui che esorta ad andare anche oltre i luoghi convenzionali, là dove terminano le strade più battute e sicure, mostrando come la chiamata-invito da parte del re non sia più solo per alcuni, per gli eletti, ma si attesti come una realtà universale che include tutti.
La considerazione che l’offerta di salvezza di Dio sia destinata a chiunque e non sia un premio concesso per meriti o virtù di ciascuno non deve, però, trarre in inganno. Quanto afferma il Nazareno nella parte finale del racconto parabolico palesa, infatti, come non sia sufficiente riuscire ad entrare nella sala del ricevimento di nozze: decidersi per l’ingresso implica un cambiamento. Questo è il senso del riferimento all’abito che uno degli ultimi arrivati non indossa e che diviene motivo di condanna definitiva. Nella tradizione biblica la veste indica un ruolo, la dignità (si pensi ad esempio alla vesta bianca che è l’abito che attesta l’appartenenza alla comunità dei salvati in Ap 3,4). Per restare e godere del banchetto di nozze è necessario un sostanziale cambio d’abito che per l’evangelista Matteo si traduce nell’essere fedeli alla volontà di Dio attivamente, attuando un autentico processo di conversione come solo l’invito di salvezza del Padre può mettere in moto.

Tutti i diritti riservati
Tutti invitati alla festa e a cambiare habitus
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento