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Gli undici che scendono in campo

di NICOLA SALVAGNIN

Presentata la nuova Giunta comunale scelta dal neo-sindaco Damiano Tommasi

Gli undici che scendono in campo

di NICOLA SALVAGNIN

La formazione: alla guida della squadra c’è il mister, Damiano Tommasi, un passato da calciatore, un presente da sindaco di Verona. Ha avuto qualche giorno di tempo per mettere giù la squadra, mentre si rincorrevano voci le più disparate, tanto che sembrava più lo scouting di Masterchef che la gestazione di una Giunta. Per fortuna, nessuna donna-cannone o trapezista cinese: a prima vista sembra una squadra che può giocarsela. Magari non si va in Champions, magari non si retrocede.
Appunto la squadra. Il ruolo chiave della Giunta Tommasi è quello del vicesindaco, stante il fatto che il capo sarà soprattutto impegnato a fare sé stesso in giro per l’orbe. In realtà abbiamo una vicesindaca, l’avvocato Barbara Bissoli, una che dovrebbe aver chiaro cosa siano leggi, regolamenti, contratti. A lei gli “affari generali”, l’urbanistica e la pianificazione territoriale (tolta dalle mani di Michele Bertucco), i beni culturali e il paesaggio, la parità di genere. Se Bertucco non si occuperà di piani territoriali e varianti – la specialità della casa –, avrà comunque deleghe pesantissime: bilancio, patrimonio, personale. Dovrà far quadrare conti che da anni non quadrano, se non con magie varie. Auguri.
La delega più pesante – per responsabilità e per capitoli di spesa – sta nelle mani di un’altra donna: Luisa Ceni, e sembrano buone mani. A lei le politiche sociali e abitative, nonché i tributi. Dovrà confrontarsi con il passato, che ha visto passare nel suo assessorato due calibri da novanta come il rimpianto Stefano Bertacco e la bravissima Daniela Maellare. L’altro papabile al ruolo era Italo Sandrini, avvocato pure lui e figura importante delle Acli. Si occuperà di Terzo settore – che conosce alla perfezione – e di attività produttive e commercio: quest’ultima una sfida decisiva, per una città che di botteghe e turismo vive.
Appunto perché Verona di commercio e turisti campa, una bella mano gliela darà la neo-assessora Marta Ugolini, che si occuperà di turismo e cultura (strana la commistione...). Ricordandosi che Verona è città ricca di tante iniziative e strutture, non è Pordenone o Rovigo e tale non va considerata. Una bella gatta da pelare finirà nelle mani di Tommaso Ferrari, che è ingegnere specializzato e che quindi dovrebbe destreggiarsi tra mobilità, ambiente e transizione ecologica. La gatta ha le sembianze del trasporto pubblico, della filovia, di quant’altro ci si inventerà per coniugare snellimento del traffico, qualità della vita, meno inquinamento.
E i nostri più cari auguri vanno pure a Elisa La Paglia, che si occuperà delle 150 scuole cittadine, della loro non florida situazione (eufemismo), di trovare i soldi per realizzare quanto una moltitudine di leggi e regolamenti impongono, senza mai stanziare un solo euro per chi deve poi fare. Meno preoccupazioni avrà dalla rete civica delle biblioteche, di buona qualità. Non vogliamo snobbare le deleghe affidate a Federico Benini (strade e giardini, arredo urbano) perché i cittadini veronesi sono sensibilissimi su questi temi, e perché appunto questa è una città-gioiello, non Scampia. Si occuperà anche di edilizia popolare, decentramento e servizi demografici (era meglio lasciarli nelle mani di Bertucco, per coerenza amministrativa).
Due assessorati infine di non eccessivo peso: quello relativo a sicurezza, legalità e trasparenza (in realtà da non sottovalutare) affidato a Stefania Zivelonghi; infine quello su politiche giovanili, innovazione e pari opportunità nelle mani di un ragazzo di 26 anni, Jacopo Buffolo. Si dice sempre di mettere in squadra i più giovani, che è l’unico modo per farli crescere: ecco.
Infine il mister, che si tiene tutto quello che non ha delegato agli altri dieci. È allenatore-giocatore (infatti è l’undicesimo), uomo-immagine della sua squadra e di Verona. A naso, affronterà di prima persona il nocciolo di questi suoi 5 anni: lo stadio. Che non è solo una questione calcistica: ci sta dentro la riqualificazione di un importante quartiere di Verona, il futuro della Marangona, la viabilità pubblica e privata in base al rifacimento in loco oppure in altro sito. Il Bentegodi è di proprietà comunale; il Comune è alla canna del gas; l’Hellas è disinteressato; servirebbero capitali privati. A Verona... Se impara a camminare sulle acque dell’Adige, fa meno fatica. 

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