Apriamo YouTube e cerchiamo “Allegro barbaro per pianoforte”, due minuti e mezzo di vitalismo ritmico puro che sgorga apparentemente spontaneo da una tradizione folclorica antichissima: può essere questo un buon modo per iniziare la conoscenza dell’arte di Béla Bartók (1881-1945), il massimo compositore ungherese contemporaneo, del quale ricorre il 75° anniversario della morte.
L’estate è l’occasione propizia per accostarsi a un capolavoro della musica novecentesca che richiede il giusto spazio mentale libero, approfittando del tempo festivo da dedicare all’edificazione di sé. Parliamo di un ciclo di Lieder (canzoni d’arte) che vide la luce esattamente 110 anni fa: Il libro dei giardini pensili (Das Buch der hängenden Gärten), intonato sulla serie poetica di Stefan George da Arnold Schönberg nel 1909.
Sei un abbonato a Verona fedele e desideri consultare il giornale anche via web, sul tuo computer, su tablet o smartphone? Lo puoi fare in modo rapido e gratuito. Ecco alcuni semplici passaggi per accedere alla tua edizione online e per installare l'App: