Mescolare sic et simpliciter le scelte morali con i meccanismi psicologici ad esse connessi è un’operazione alquanto rischiosa. Si rischia di appiattire una dimensione sull’altra e di perdere così lo specifico significato di ciascuna di esse.
La sentenza di qualche giorno fa della Grande Chambre della Corte Europea dei diritti dell’uomo – in risposta al ricorso presentato nel 2011 da Adele Parrillo – ha definitivamente confermato la validità dell’articolo 13 della legge italiana 40/2004 e, con esso, del divieto di ogni sperimentazione (che non sia esclusivamente terapeutica o diagnostica) sugli embrioni umani, anche se “congelati” e non più impiantabili.
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