I bambini vittime della violenza dei grandi

Non si vorrebbero più leggere notizie come quelle di questi giorni che giungono da Aleppo e dallo Yemen. Non si vorrebbe più scorrere quell’impressionante elenco di cifre di morti, sfollati, intrappolati, disperati, traditi, umiliati. Non si vorrebbe più prendere atto che tra i calpestati dalla violenza degli adulti ci sono, sempre più numerosi, i bambini.

September 29, 2016

| DI Paolo Bustaffa

Non si vorrebbero più leggere notizie come quelle di questi giorni che giungono da Aleppo e dallo Yemen. Non si vorrebbe più scorrere quell’impressionante elenco di cifre di morti, sfollati, intrappolati, disperati, traditi, umiliati. Non si vorrebbe più prendere atto che tra i calpestati dalla violenza degli adulti ci sono, sempre più numerosi, i bambini. Gli inviati dei giornali sono costretti a stare lontano dai luoghi della distruzione e della morte. Viene a mancare un’informazione irrinunciabile per tenere desta la coscienza di un’opinione pubblica quotidianamente di fronte alla tragedia e alle sue conseguenze nel resto del mondo. Se le guerre non finiranno non si arresterà il fiume di quanti arrivano sulle terre europee a documentare una disumanità che ha come attori principali i potenti di Occidente e di Oriente.
Le piccole vittime, non riescono neppure più a raccontare, aspettano delle risposte. “C’è qualche governo occidentale che ha il coraggio, politico e umano – scrive Domenico Quirico – di adottare i bambini di Sanaa (Yemen)? Eppure sappiamo nomi e cognomi di chi li bombarda, li affama, le testimonianze arrivano da testimoni imparziali e incontestabili. Il crimine qui ha un volto e una storia. Invece andiamo umili in pellegrinaggio dagli assassini, stringiamo loro le mani, compriamo il loro petrolio, siamo alleati deferenti del loro Islam bigotto, ipocrita e feroce”. A questo quadro si aggiunge quello del fiume dei migranti bambini. È così difficile comprendere quello che sta avvenendo?
C’è poi un altro terrore che ghermisce i bambini. Lo si legge negli occhi sgranati per il terrore di quanti di loro vedono il padre uccidere la madre, uccidere quindi se stesso oppure sparire in un carcere. Si calcola che, dal 2000 a oggi, siano oltre 1.600 in Italia gli orfani di femminicidio. “Doppiamente orfani” questi bambini o ragazzi chiedono una risposta.
Preoccuparsi e occuparsi della risposta è secondario rispetto ad altri gravi problemi? Non occorre anche un’iniziativa legislativa che impedisca un ulteriore tradimento di persone la cui crescita è stata brutalmente interrotta? In realtà esiste un proposta di legge per gli orfani di “crimini domestici” che, per quanto possibile, intende garantire la continuità affettiva di questi innocenti, prevede il diritto a un’adeguata assistenza psicologia e sanitaria nonché l’istituzione di un fondo di solidarietà per garantire loro lo studio e la formazione professionale.
In lista d’attesa ci sono altre proposte di leggi ma questa richiama gli occhi dei bambini sconvolti dall’atrocità compiuta in un luogo solitamente fatto di sicurezza e di tenerezza. La proposta dunque c’è e ai gruppi politici diversi da quello proponente non possono mancare le ragioni per convergere nel sostenerla perché venga approvata in tempi brevi. Questi bambini, come quelli di Aleppo e Sanaa, aspettano risposte, con gli occhi sgranati per il dolore.

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