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Tregnago: paese dalla lunga storia ora racchiusa in un libro

di ADRIANA VALLISARI

Il castello, le ville, il cemento, i lavatoi, i personaggi famosi raccontati da Paola Milli

Tregnago: paese dalla lunga storia ora racchiusa in un libro

di ADRIANA VALLISARI

Ci sono tradizioni che durano secoli. Come la Fiera di San Martino di Tregnago, tenutasi in questi giorni lungo le vie del paese: un appuntamento che affonda le sue radici molto indietro nel tempo. Lo ricorda, insieme a molti altri aneddoti curiosi, Paola Milli, autrice del volume Tregnago. Racconti di storia, edito dal Comune e di recente consegnato nelle case dei cittadini (si può richiedere in biblioteca). «La Fiera di San Martino c’era sicuramente già dal primo Cinquecento, perché è citata nei documenti di Ciro Ferrari», spiega l’appassionata ricercatrice, laureata in Storia.
Dopo un lungo lavoro di indagine negli archivi – comunale, parrocchiale, di Stato – Milli ha fatto sintesi delle vicende più antiche, concentrandosi soprattutto sull’ultimo secolo. «Ho pensato di riunire alcuni episodi di vita del passato, spiegazioni di luoghi ed edifici storici, oltre a qualche biografia di tregnaghesi illustri, per renderli più accessibili ai miei compaesani e ai nuovi abitanti, che magari conoscono poco il passato di Tregnago», spiega. Ne è uscito un agile testo, che “aiuta a non sentirsi estranei a quello che ci circonda e crea il senso civico che porta al rispetto per il posto in cui si vive”, sottolinea nella prefazione il sindaco Simone Santellani.

Le pagine raccontano, ad esempio, la storia del castello che sorge a est dell’abitato: fu costruito fra l’XI e il XII secolo sui resti di una fortificazione romana. «Fino all’inizio del XX secolo si vedeva la cinta muraria, ora invece sono rimaste solo la torre dell’orologio e quella pentagonale», ricorda la storica, rievocando questo luogo caro ai tregnaghesi, che erano soliti frequentarlo nel giorno di Pasquetta, per una scampagnata e picnic a base di uova sode e brasadéle (tipico dolce pasquale veronese, ndr).

Dicono di un tempo che fu pure i lavatoi disseminati sul territorio, usati dalle donne per fare il bucato quando la lavatrice non c’era. E, ancora, le piazze: come la centralissima piazza Massalongo su cui si affaccia villa Pellegrini, oggi sede della biblioteca comunale, che ospitò pure gli uffici comunali. Il nome di questa piazza si lega alla famiglia che negli anni Venti del ’900 lasciò in eredità al Comune un lascito per la costruzione dell’ospedale, ultimato nel 1930, che potesse dare sollievo “alle sofferenze dei miseri”.

Qui il paesaggio fu a lungo punteggiato da case coloniche e ville padronali. «Nel ’600 i signori di Verona si fermavano in paese: in estate per ripararsi dal caldo e in autunno per riscuotere gli affitti dei terreni; a questo periodo risalgono diverse ville», ricorda Milli. Il volto bucolico si trasforma con l’inaugurazione della linea elettrica del tram – la tratta Caldiero-Tregnago è inaugurata nel 1921 – e soprattutto con la posa della prima pietra del cementificio, il 5 febbraio 1922. «Nel 1917 l’Italiana Cementi aveva acquistato diritti di proprietà ed escavazione in alcuni terreni a Illasi e Mezzane di Sotto, in vista della costruzione di una cementiera appena fosse terminata la guerra – ricostruisce la ricercatrice –. La fabbrica diede lavoro a molte famiglie, fino agli anni Sessanta: l’ultimo forno fu spento nel 1963, mentre nel 1975 lo stabilimento fu chiuso del tutto». Il cemento prodotto qui era considerato di ottima qualità, tanto che nel progetto del ponte che collega Venezia alla terraferma fu prescritto l’uso del “cemento 680 di Tregnago” per la posa dei piloni di sostegno. Nel testo non mancano poi delle pagine dedicate alle tante chiese del territorio, che ha la particolarità di estendersi tra i due fianchi della val d’Illasi, con Scorgnano, Marcemigo e Centro da un lato, e Rancani e Finetti dall’altro, senza tralasciare la frazione più popolosa a nord, Cogollo. Vivo, nella tradizione orale, è pure il ricordo del tremendo terremoto del 1891, che fece crollare l’antico campanile della pieve di S. Maria e costrinse numerosi abitanti ad accamparsi in piazza, sotto tende di fortuna.

Passato e presente si intrecciano nei luoghi, in cui risuonano nomi noti: dal generale De Winkels, pioniere del volo, al benefattore Fermo Sisto Zerbato; dall’alpinista Ettore Castiglioni all’artista del ferro battuto Berto da Cogòlo, solo per citarne alcuni. Frammenti di storia locale da conoscere e custodire. 

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