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Dal 5 al 14 novembre torna il 40º Festival di cinema africano

di REDAZIONE 

Dopo un anno di stop il 5 novembre si inaugura la kermesse cinematografica al Cinema teatro Santa Teresa 

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Dal 5 al 14 novembre torna  il 40º Festival di cinema africano

di REDAZIONE

Riparte il Festival di cinema africano di Verona, dopo un anno di sospensione che ha visto slittare la quarantesima edizione dal 2020 al 2021 con tante difficoltà da affrontare, ma con tenacia nel resistere. La pandemia ha acuito le diversità ad ogni livello, ha portato all’estremo l’isolamento sociale e culturale trovando come surrogato una relazione virtuale, invocando la chiusura dei propri confini e l’innalzamento di muri protettivi.
«È una visione del senso della vita dalla quale dobbiamo uscire al più presto e il ribaltamento di prospettiva è quello che il 40° Festival vuole approcciare – spiegano gli organizzatori –. Abbiamo bisogno di nuove visioni per affrontare le sfide future delle nostre società, occhi nuovi per guardare il presente e in questi 40 anni di Festival crediamo di aver contribuito a dissodare il terreno delle nuove generazioni per gettare quei semi che faranno fiorire una cultura più inclusiva, capace di abbracciare la complessità e la diversità del mondo. L’evoluzione, il cambiamento, nel bene e nel male ci appartengono, sono frammenti della vita di ciascuno di noi dove spesso convivono speranza e disperazione, buio e luce, e tutti siamo ugualmente inclini ad aggrapparci alla “luce”».
È questo il messaggio che arriva dall’immagine del manifesto scelto appositamente per il Festival di quest’anno. Una “luce” che diventa simbolo e metafora di rinascita che, al di là di ogni confine, si realizza dove esiste l’uomo nel suo abbraccio all’universo. La foto onirica dell’artista keniano Mutua Matheka, realizzata proprio durante il lockdown, svela tutta la forza e la determinazione di questo continente nel cercare nuovi orizzonti di luce, dove anche il cinema diventa strumento che, metaforicamente nel buio di una sala, proietta luci premonitrici e foriere di nuove albe.

Dopo il lancio del Festival al Teatro Camploy con il concerto Mama Africa con le suggestive voci di Chorus e le poesie della missionaria comboniana Elisa Kidanè, per raccontare l’Africa che soffre, ma anche sogna, crea e lavora, si inaugura la kermesse cinematografica venerdì 5 novembre alle 20.30 al Cinema teatro Santa Teresa con i film in concorso le cui trame toccano vari temi: infanzia, giovani, famiglia, Africa urbana e borghese, ambiente, carcere, integralismi, peso della tradizione e superstizione, condizione femminile. Saranno dieci i lungometraggi nella sezione “Panoramafrica” e altrettanti i cortometraggi nella sezione “Africa Short”. Quattordici i Paesi rappresentati (Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Kenya, Lesotho, Libia, Marocco, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sudafrica, Sudan e Tunisia) e sette le registe donne.

L'articolo completo è su Verona Fedele del 7 novembre 2021.

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