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Giornata annuale di formazione delle scuole Fism

di REDAZIONE

All'Istituto San Zeno riunite 300 persone delle 173 scuole materne Fism, di ispirazione cristiana, che si occupano di 14.002 bambini

Parole chiave: Fism (13), Infanzia (5)
Giornata annuale di formazione delle scuole Fism

di REDAZIONE

La bellezza della sinfonia. Con il concetto dello psichiatra veronese Vittorino Andreoli secondo il quale il singolo - pur restando singolo - se si mette con altre persone crea un noi, un qualcosa di più, si è aperta stamattina la Giornata di formazione annuale delle scuole Fism di Verona

 

La federazione locale delle scuole materne di ispirazione cristiana si è data appuntamento all’Istituto San Zeno, in Borgo Milano. Presenti circa 300 persone tra coordinatrici, presidenti dei comitati di gestione, educatori e parroci. Il tema era «La circolarità della comunicazione: confrontarsi e condividere nei diversi ruoli»

 

Quest'anno la giornata – che in genere coinvolge anche le insegnanti per oltre 1.300 persone – è stata organizzata in forma ridotta in previsione della grande adunata del maggio prossimo, che coinvolgerà bambini e famiglie, per i 50 anni della Fism, anniversario caduto durante la pandemia. 

 

La mattinata era incentrata sul tema della comunicazione interna ed esterna, si è fatto chiarezza sui ruoli – quelli pedagogici delle coordinatrici e quelli gestionali dei volontari, ovvero i genitori che compongono i comitati di gestione delle scuole – e ancora di nodi cruciali come quelli delle convenzioni con i Comuni e dei sostegni economici. 

 

Don Domenico Consolini, dell'ufficio diocesano Pastorale scolastica, ha aperto i lavori con un momento di preghiera partendo da un brano della Lettera sul silenzio del vescovo Pompili: «Bisognerà rimanere commensali abituali del nostro tempo, dividere il pane della medesima umanità, ascoltare domande vecchie e nuove, sentirsi partecipi di un cammino che ci riguarda, mettersi al servizio». 

 

E proprio il vescovo Domenico Pompili ha portato un saluto a metà mattinata: «La parola rimane nella forma più efficace», ha detto collegandosi al tema trattato. «Verba volant significa che le parole hanno le ali e colpiscono il bersaglio, invece le cose scritte rimangono incollate al “dispositivo”. La parola, dunque, resta il mezzo, il linguaggio più efficace e pervasivo per stabilire e tenere in vita le relazioni. La qualità della parola è decisiva. Essere di parola, è ciò che chiedo a voi». 

 

Con lui è intervenuto il vicario don Osvaldo Checchini che ha spronato i presenti a fare sempre meglio: «Tutto ciò che è umano ci interessa. Il volto della chiesa siete voi. È necessario aggiornarsi per fare un buon servizio per i bambini, per le famiglie, per la chiesa. Non è facile: abbiamo sezioni più grandi di quelle statali e meno finanziamenti. Ma il servizio va fatto bene». 

 

Durante la mattinata sono intervenute la presidente di Fism Verona, Luciana Brentegani, Laura Campagnari pedagogista, dell'Equipe centrale di Fism Verona, e Francesca Balli psicologa e psicoterapeuta, vicepresidente Fism Verona e referente del coordinamento pedagogico.  

 

Il mondo Fism veronese conta 173 scuole materne con 77 nidi integrati, 41 sezioni primavera per bimbi di 24-36 mesi, 1.318 insegnanti su 2.037 dipendenti e 1.473 volontari, ovvero genitori dei comitati di gestione. È un mondo che si occupa di 14.002 bambini (2.418 di 0-3 anni e 11.584 di 3-6 anni). E continua la tendenza degli ultimi anni che ha visto un aumento dei bambini nella fascia 0-3 anni con un’offerta maggiore di servizi da parte delle scuole Fism (da 34 sezioni primavera a 41). Sono numeri, illustrati dal direttore Lucio Garonzi, che sono una cartina di tornasole del servizio essenziale che svolgono le scuole Fism. 

 

«Spesso – ha spiegato Luciana Brentegani – diamo per scontato il nostro ruolo, che scontato non è. La Fism arriva laddove lo Stato non riesce ad arrivare, suppliamo con un servizio fondamentale, in piena sussidiarietà, dunque, e grazie a moltissimi volontari. Lavoriamo in palazzine comunali o parrocchiali e i nostri servizi costano meno ma sono al contempo fondati su uno strutturato pensiero pedagogico: il costo medio di un bambino nelle nostre scuole è di 4.300 euro l'anno, il costo medio statale è indicato a 7.000 euro l'anno. Dal pubblico riceviamo 1.000 euro a bimbo, esclusi i Comuni che contribuiscono a seconda delle priorità. Ma oggi – ha concluso Brentegani – ragioniamo qui su come fare sempre meglio per i bambini, che sono il cuore della federazione, e le loro famiglie. Ragioniamo sulla bellezza della sinfonia: delle persone singole che se si mettono insieme creano un noi, e noi siamo le scuole e la federazione. Le nostre sono scuole di comunità, non solo perché molte sono nate e cresciute a livello capillare nei paesi, ma soprattutto perché sono un elemento di coesione e un presidio sociale. Accompagniamo i bambini nella loro crescita, insieme alle loro famiglie». 

 

«Le nostre scuole funzionano bene se c'è una buona sinergia tra parroco, presidente e coordinatrice di scuole – è intervenuta Laura Campagnari –. Alla base di questo ci sono una buona comunicazione tra le persone per creare buone relazioni e il rispetto dei ruoli. Da qui la necessità di buone regole per la circolarità di una comunicazione efficace» ha concluso citando autori come Maslow, Bion, Watzlawick e Gordon, «per capire anche come si svolge una comunicazione e dove si verificano incidenti comunicativi». 

È la comunicazione fatta di canali verbali e non verbali e che passa per la sinergia tra i ruoli nei servizi per l'infanzia per la fascia 0-6 anni: il ruolo pedagogico e quello gestionale portato avanti da centinaia di volontari che rendono possibile la preziosa realtà delle scuole Fism. 

 

«Se la missione delle scuole Fism è quella di creare una cultura dell'infanzia – ha detto Francesca Balli – testimone di questo è la coordinatrice. Le coordinatrici sono il fulcro delle scuole e testimoni storiche della loro evoluzione negli anni e quindi anche dell'approccio comunicativo nutrito del pensiero pedagogico, che è il punto di forza delle nostre scuole». Balli ha approfondito il profilo dei ruoli dei presidenti e dei comitati chiarendo chi ha il compito di fare cosa. La circolarità delle informazioni e la condivisione sono, infatti, necessarie per il buon funzionamento della scuola, garantito solo quando c'è un lavoro in equipe. 

 

 

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