Chi della mia generazione e dintorni non ricorda gli scioperi degli studenti? Non quelli del ’68, periodo in cui eravamo ancora alla scuola materna; i nostri erano i tempi del cosiddetto “riflusso”, quando guadagnavano terreno sulle ideologie forti più realistiche percezioni delle esigenze economiche e talvolta anche semplici furbesche mascalzonate.
Caro prof., è tanto che cerco un modo per sfogarmi, per parlare con qualcuno. Va tutto male: a casa, a scuola, nello sport. È difficile tenersi sempre tutto dentro o parlare solo qualche volta con un’amica che poi magari non sempre mi capisce. Le dicevo, a casa non va troppo bene, i miei molto spesso litigano e mia mamma è sempre arrabbiata...
«Sento un distacco incolmabile tra quello che sono oggi e quello che vorrei, invece, essere. Certe volte mi sento proprio una bambina e questa superficialità mi dà veramente fastidio, mi rendo io stessa insopportabile...»
Il segreto per lo studente desideroso di arrivare a settembre riposato ma non ridotto intellettualmente ad una tabula rasa è uno solo: prepararsi un piccolo programma di massima che preveda per cinque giorni alla settimana – eccettuate le vacanze fuori casa – qualche esercizio giornaliero delle diverse materie e sempre un po’ di lettura. Dannarsi per completare i compiti entro giugno, così una volta fatti non ci si pensa più, oppure spassarsela fino a fine agosto per poi sprintare negli ultimi dieci giorni nel tentativo vano di recuperare il tempo perduto, risulta semplicemente inutile. Meglio una sana ripartizione del carico di lavoro. Sperando anche nella clemenza degli insegnanti, perché in fondo è estate per tutti.
Chi della mia generazione e dintorni non ricorda gli scioperi degli studenti? Non quelli del ’68, periodo in cui eravamo ancora alla scuola materna; i nostri erano i tempi del cosiddetto “riflusso”, quando guadagnavano terreno sulle ideologie forti più realistiche percezioni delle esigenze economiche e talvolta anche semplici furbesche mascalzonate.
Caro prof., è tanto che cerco un modo per sfogarmi, per parlare con qualcuno. Va tutto male: a casa, a scuola, nello sport. È difficile tenersi sempre tutto dentro o parlare solo qualche volta con un’amica che poi magari non sempre mi capisce. Le dicevo, a casa non va troppo bene, i miei molto spesso litigano e mia mamma è sempre arrabbiata...
«Sento un distacco incolmabile tra quello che sono oggi e quello che vorrei, invece, essere. Certe volte mi sento proprio una bambina e questa superficialità mi dà veramente fastidio, mi rendo io stessa insopportabile...»
Il segreto per lo studente desideroso di arrivare a settembre riposato ma non ridotto intellettualmente ad una tabula rasa è uno solo: prepararsi un piccolo programma di massima che preveda per cinque giorni alla settimana – eccettuate le vacanze fuori casa – qualche esercizio giornaliero delle diverse materie e sempre un po’ di lettura. Dannarsi per completare i compiti entro giugno, così una volta fatti non ci si pensa più, oppure spassarsela fino a fine agosto per poi sprintare negli ultimi dieci giorni nel tentativo vano di recuperare il tempo perduto, risulta semplicemente inutile. Meglio una sana ripartizione del carico di lavoro. Sperando anche nella clemenza degli insegnanti, perché in fondo è estate per tutti.
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