Conclusa la 50ª settimana sociale dei cattolici italiani l’approfondimento e la riflessione sulla politica e sulla democrazia continua. Su questi temi è da poco in libreria un saggio (La sapienza politica, Raffaello Cortina Editore) di Luigina Mortari, che con rigore storico e lucidità di analisi si sofferma sull’essenza della politica...
Promettere, promettere, promettere: questo è il verbo più usato dai politici di tutti i partiti in questa aspra campagna elettorale per l’elezione dei componenti il Parlamento che terminerà il prossimo 4 marzo quando i cittadini esprimeranno il proprio voto...
Finite le vacanze – per chi ha potuto permettersele –, riaperte le fabbriche, ripartite a pieno ritmo le attività produttive ci si chiede che cosa aspetta gli italiani in questi quattro mesi che mancano alla chiusura dell’anno.
In un precedente “approfondimento” si sono riportati, per l’Italia e per i principali Paesi industrializzati, i tassi di crescita del pil nel 2015 e le previsioni per il 2016. Tali dati mostrano che il nostro Paese – confermando una realtà di lungo periodo – cresce meno dei principali competitori europei. Sulle molteplici ragioni, tra gli economisti, c’è sostanziale concordanza.
Tre passi avanti e due indietro come la corsa del gambero. È vero che – come dice Renzi – c’è il dovere di essere fiduciosi ma quando arriva una secchiata di acqua fredda non è facile far buon gioco a cattiva sorte. Ultima non buona notizia le stime di crescita del prodotto interno lordo nel 2016 rese note dall’Ocse che risultano ridotte significativamente rispetto a quelle di poche settimane fa dell’Ue...
Se un marziano arrivasse oggi in Italia per capire come sta andando l’economia del nostro Paese, si troverebbe in grave difficoltà. Almeno tre sono infatti le interpretazioni che si possono ricavare partendo – e questo è l’apparente paradosso – dai medesimi dati ufficiali.
Promettere, promettere, promettere: questo è il verbo più usato dai politici di tutti i partiti in questa aspra campagna elettorale per l’elezione dei componenti il Parlamento che terminerà il prossimo 4 marzo quando i cittadini esprimeranno il proprio voto...
Finite le vacanze – per chi ha potuto permettersele –, riaperte le fabbriche, ripartite a pieno ritmo le attività produttive ci si chiede che cosa aspetta gli italiani in questi quattro mesi che mancano alla chiusura dell’anno.
In un precedente “approfondimento” si sono riportati, per l’Italia e per i principali Paesi industrializzati, i tassi di crescita del pil nel 2015 e le previsioni per il 2016. Tali dati mostrano che il nostro Paese – confermando una realtà di lungo periodo – cresce meno dei principali competitori europei. Sulle molteplici ragioni, tra gli economisti, c’è sostanziale concordanza.
Tre passi avanti e due indietro come la corsa del gambero. È vero che – come dice Renzi – c’è il dovere di essere fiduciosi ma quando arriva una secchiata di acqua fredda non è facile far buon gioco a cattiva sorte. Ultima non buona notizia le stime di crescita del prodotto interno lordo nel 2016 rese note dall’Ocse che risultano ridotte significativamente rispetto a quelle di poche settimane fa dell’Ue...
Se un marziano arrivasse oggi in Italia per capire come sta andando l’economia del nostro Paese, si troverebbe in grave difficoltà. Almeno tre sono infatti le interpretazioni che si possono ricavare partendo – e questo è l’apparente paradosso – dai medesimi dati ufficiali.
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