C’è una linea, e possiamo rintracciarla fin dagli albori del suo pontificato, che appare sempre più definita nel papato di Francesco. È quella della misericordia. Un tema che egli declina con la grammatica dell’inclusione. Tradotto in parole più semplici – e quali meglio delle sue? –: realizzare una riforma missionaria della Chiesa che la renda capace di incontrare ogni povertà e periferia per portare ad esse il Vangelo della misericordia...
Capita, talvolta, per dire che si è alle prese con qualcosa di molto serio, di imbattersi in espressioni del tipo: “Qui non siamo mica al Grest...”. Niente di più sbagliato e fuorviante perché c’è Grest e Grest. Prendiamo, per esempio, una parrocchia di piccole dimensioni, attorno ai mille abitanti, che si ritrova per un mese un centinaio di bambini e ragazzi accompagnati da una cinquantina di animatori nell’età dell’adolescenza che condividono la giornata dalle 8 fino alle 17 con vari momenti di preghiera, compiti, giochi, lavoretti, teatro, ballo..., il pranzo insieme e naturalmente la doverosa appendice serale con le famiglie. Aggiungiamo infine l’appuntamento della celebrazione della Messa domenicale dove invece dei soliti “quattro gatti” che sono rimasti a casa dal mare o dai monti ti ritrovi la chiesa gremita come a Natale...
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