Si dice che fare il genitore sia il “mestiere” più difficile del mondo. Perché mai? Siamo abituati a vedere ogni giorno diverse situazioni: bambini che dicono parolacce, che urlano perché vogliono ottenere qualcosa, che non stanno fermi; altri che umiliano i coetanei, che li picchiano per futili motivi o che rispondono sgarbatamente agli adulti; che deridono l’insegnante dopo i rimproveri o addirittura la denigrano...
È l’ultima domenica di giugno. Sfoglio frettolosamente la cronaca sulle pagine dei quotidiani. Mi tornano alla mente, come ogni giorno le parole della preghiera di san Francesco: “Che io muoia, per amore dell’amore tuo, come tu ti sei degnato di morire per amore dell’amore mio”...
Il momento estremamente drammatico che stiamo vivendo ci pone davanti a diverse situazioni difficili, dolorose e preoccupanti. Ci è stato ripetuto infinite volte quello che è diventato il motto di tutti, ossia “restate a casa” divenuto poi una vera campagna con l’hashtag #iorestoacasa. Ci è stato imposto il distanziamento sociale per vincere questa battaglia...
Se le culle sono sempre più vuote il problema è più grande di un bonus. Dati disperanti che fanno il paio col crollo dei matrimoni: questione culturale
Il dramma di nascere nella famiglia sbagliata. Ovvero quando un figlio non è amato, capito e fatto crescere in modo adeguato a diventare adulto e autonomo nelle proprie decisioni. Una forma di rifiuto che influisce sulla psicologia del bambino, con riflessi che tendono a divenire evidenti anche nel comportamento e possono portare, soprattutto durante la delicatissima fase dell’adolescenza, a forme di devianza, a fuggire di casa, a mettere in atto gesti di autolesionismo fino alle conseguenze estreme.
Mamma mia, che rischi mi sono preso inconsapevolmente da bambino, quando uscivo da scuola da solo al termine delle lezioni e percorrevo un tratto di strada a piedi fino al posto di lavoro di chi mi avrebbe portato a casa.
C’è un dato che inquieta l’anagrafe dell’Occidente. Ed è il tasso di denatalità in perenne crescita, come la temperatura della terra. Una febbre epidemica, peggio della spagnola, la quale i figli non li fa morire quando già esistono, almeno non sempre...
Il momento estremamente drammatico che stiamo vivendo ci pone davanti a diverse situazioni difficili, dolorose e preoccupanti. Ci è stato ripetuto infinite volte quello che è diventato il motto di tutti, ossia “restate a casa” divenuto poi una vera campagna con l’hashtag #iorestoacasa. Ci è stato imposto il distanziamento sociale per vincere questa battaglia...
Se le culle sono sempre più vuote il problema è più grande di un bonus. Dati disperanti che fanno il paio col crollo dei matrimoni: questione culturale
Il dramma di nascere nella famiglia sbagliata. Ovvero quando un figlio non è amato, capito e fatto crescere in modo adeguato a diventare adulto e autonomo nelle proprie decisioni. Una forma di rifiuto che influisce sulla psicologia del bambino, con riflessi che tendono a divenire evidenti anche nel comportamento e possono portare, soprattutto durante la delicatissima fase dell’adolescenza, a forme di devianza, a fuggire di casa, a mettere in atto gesti di autolesionismo fino alle conseguenze estreme.
Mamma mia, che rischi mi sono preso inconsapevolmente da bambino, quando uscivo da scuola da solo al termine delle lezioni e percorrevo un tratto di strada a piedi fino al posto di lavoro di chi mi avrebbe portato a casa.
C’è un dato che inquieta l’anagrafe dell’Occidente. Ed è il tasso di denatalità in perenne crescita, come la temperatura della terra. Una febbre epidemica, peggio della spagnola, la quale i figli non li fa morire quando già esistono, almeno non sempre...
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