La notte si è stemperata e si è aperta sulla Luce per A-7713, deportato dal natio villaggio di Sighet nei Carpazi ad Auschwitz, dove giunse il 6 maggio 1944: “Non dimenticherò mai quelle fiamme che consumarono la mia Fede per sempre”. Seguirono Buna e Buchenwald. Per la follia nazista l’ebreo quindicenne Elie Wiesel era uno stück, un pezzo. Niente di più.
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