Se un marziano arrivasse oggi in Italia per capire come sta andando l’economia del nostro Paese, si troverebbe in grave difficoltà. Almeno tre sono infatti le interpretazioni che si possono ricavare partendo – e questo è l’apparente paradosso – dai medesimi dati ufficiali. Prima tesi: quella del bicchiere mezzo pieno. È sostenuta dal Governo. In sintesi si sottolinea come siano state fatte importanti riforme strutturali: da quella del lavoro allo snellimento e semplificazione della pubblica amministrazione, alla liberalizzazione dei mercati e dei servizi. Tutto questo si è tradotto in un incremento del prodotto interno lordo (+0,8% nel 2015 e previsione di +1,4-1,6% nel 2016); in un aumento dell’occupazione (+109mila occupati nel 2015); in un calo complessivo della disoccupazione (-254mila disoccupati) ed in particolare della disoccupazione giovanile passata dal 41,2% di inizio 2015 al 37,9% di fine dicembre scorso; in un aumento dei consumi e della fiducia dei privati e delle imprese. Seconda tesi: quella del bicchiere mezzo vuoto. È descritta dalle forze di opposizione ed in particolare dall’on. Brunetta, capogruppo di Fi a Montecitorio, che fa anche il mestiere di docente universitario di economia. Si ammette la crescita del pil che risulta peraltro “debole ed incerta” e comunque nettamente inferiore a quella degli altri Paesi industriali. Si nega che vi sia stato un aumento dell’occupazione perché se il saldo dei lavoratori dipendenti è positivo, ciò è avvenuto a scapito del lavoro autonomo. Inoltre sarebbero aumentati i lavoratori precari. Sentenzia Brunetta: «Il Jobs act è una bolla e una balla». Infine tutto quello che sta facendo il Governo gonfia il deficit pubblico e obbliga a chiedere ulteriore flessibilità di manovra – rispetto ai parametri fissati – alle autorità europee. Terza tesi: quella del bicchiere mezzo pieno che potrebbe riempirsi del tutto se si proseguirà nell’attuazione delle riforme. È la lettura condotta dal Governatore della Banca d’Italia, Visco, e dal suo collega della Banca centrale europea, Draghi. Alcune importanti riforme sono state attuate e i risultati positivi in termini di crescita del pil, di occupazione, di investimenti, di consumi, di credibilità e di fiducia sono reali. Lo scenario europeo e mondiale rimangono però incerti e la ripresa internazionale debole. Il rallentamento di economie-locomotiva quali gli Usa e la Cina impone al nostro Paese, che sull’export fonda le proprie possibilità di una crescita stabile e duratura, di proseguire con decisione nelle riforme di sistema. Semplificazione, liberalizzazione, aumento della competitività e della produttività, modernizzazione sono le parole d’ordine delle autorità monetarie centrali per garantire la crescita economica e l’occupazione alle nuove generazioni. Anche su Marte si è profondamente convinti che tale “ricetta” sia l’unica che assicuri un futuro all’Italia.