“Ora se ne è andata in cielo Ma chi pensa alle mie lacrime?”

“Caro prof, le scrivo per parlare di una cosa. La trovo una grande occasione, quella di scrivere una lettera. Volevo parlare di quello che è accaduto tre giorni fa. Non è un bel momento. Quando mia nonna morì, circa 9 anni fa...

January 20, 2018

| DI Francesco Zenari

“Caro prof, le scrivo per parlare di una cosa. La trovo una grande occasione, quella di scrivere una lettera. Volevo parlare di quello che è accaduto tre giorni fa. Non è un bel momento. Quando mia nonna morì, circa 9 anni fa, la nonna dei miei cugini ha detto che si sarebbe occupata di me. Ogni anno, infatti, mi regalava l’uovo di Pasqua, era sempre gentile; d’estate quando andavo a trovarla mi dava sempre il gelato, a me e a tutte le amiche che portavo. Un giorno ho scoperto che ha il cancro. Lei ha iniziato le cure ma, dato che soffriva, ha deciso di smettere e così ogni giorno le sue condizioni peggioravano. Ha iniziato a prendere medicine, a perdere i capelli e a smettere di camminare. Mia zia ha iniziato a occuparsi di lei tutto il giorno: infatti la nonna è andata a vivere dagli zii. Non camminava più, era tutto il giorno a letto e mangiava pochissimo. Sabato, quando ero a scuola, a ricreazione mi arriva un messaggio con scritto: “La Olga non c’è più”. In quel momento sono crollata a terra. Quando ti dicono: “Pensa che ora lassù sta bene”, è una grande cavolata perché intanto quaggiù la gente soffre per lei. Oggi c’è il suo funerale e non so se andarci. Se non ci vado, mi sento in colpa; e si ci vado rischio di scoppiare a piangere. Arrivederci prof. Ps: le sue ore sono mitiche”.
Uno spazio per parlare di sé
Colpisce il fatto che, in un epoca in cui viene dato estremo risalto ai social e alla loro forza comunicativa, una ragazza di prima superiore definisca una “grande occasione” quella offertagli dal professore di religione per parlare di sé. È un sollievo sapere che la scuola ha ancora importanza, che l’insegnante continua ad essere un riferimento, un termine di confronto per questi adolescenti che appaiono o vengono presentati come indifferenti, “anestetizzati”, privi di interessi per le cose di valore… “Le sue ore sono mitiche” vuol dire: “Grazie per questo spazio dove qualcuno ci ascolta veramente”.
Un argomento tabù
Ebbene, questa ragazza ha bisogno di parlare dell’esperienza della morte, argomento tutt’altro che superficiale, perché questa mette in discussione tante cose, travolge e cancella il suo mondo di affetti, i suoi ricordi di infanzia; e, prima della morte, la malattia, quella che inesorabilmente consuma il corpo, quella che riduce la persona ad uno spettro. Ci vuole un adulto a questo punto, uno di cui ci si fida perché lo si ritiene credibile e onesto; da lui, lei si aspetta una risposta sincera!
Quando il dolore ha il sopravvento
Lo abbiamo detto tutti almeno una volta: “Tanto lassù sta meglio”. Con la brutalità tipica di un’adolescente, lei trova che questa sia una grande cavolata; non la possiamo liquidare come superficiale o poco credente. Per lei, al momento, l’unica cosa vera è il dolore, lo smarrimento, il senso di colpa; l’insegnante la aiuterà a capire che ci sono anche altre cose vere, che è possibile dare un senso, che nella fede nulla è perduto, tutto si ritrova.

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