La guerra torna a Verona a far paura dopo settant’anni

Il “Bomba day” ci ha ricordato che quello ordigno era caduto lì per uccidere: e allora perché facciamo ancora la guerre?

June 21, 2015

| DI Antonio Gioco

Americana, settantenne, duecentoventi chili, per un’altezza di forse un metro e trenta, e riesce ancora a farci paura.
Ci fa svegliare presto, una calda domenica di giugno e via tutti dal centro della città e borghi limitrofi, è una ritirata di massa. Forse un’appendice spiacevole di una guerra combattuta 70 anni fa. Sembra che quella bomba, caduta senza fare danni per fortuna, voglia prendersi una piccola rivincita e mettere paura, anche se arrugginita dal tempo, a Verona ed ai veronesi.
Io nella zona rossa ci abito e ci lavoro e domenica scorsa sono stato sfrattato e sono rimasto senza lavoro. È una sensazione inquietante ed un motivo per pensare che la guerra anche a distanza di anni, decenni, non ci ha lasciato nulla di buono.
Domenica gli anziani hanno fatto fatica ad abbandonare la loro casa solo per una presenza bellica così modesta, loro sono stati testimoni di “grappoli” minacciosi che piovevano dal cielo portando distruzione e morte.
Mio papà e mia mamma, che hanno vissuto i giorni più ostili e angoscianti del conflitto mondiale, hanno raccolto qualche amico coetaneo e sono andati sulle colline veronesi. Davanti ad una fetta di sopressa hanno ricordato gli anni in cui non era una bomba a farti paura ma erano cento, mille, forse più. Cadevano, scoppiavano e l’aria puzzava di macerie e morte, in un silenzio irreale.
Quelli che la guerra non l’hanno vissuta, hanno vissuto quell’allerta come un monito e forse hanno pensato che quella bomba inesplosa a suo tempo avrebbe potuto cambiare loro la vita. Se ne sono andati dal centro, indossando pantaloni e maglietta mimetica, verde e sabbia, come si fa ai mondiali con la maglia azzurra n° 10.
Intere famiglie sono emigrate fuori porta; per i bambini è stata una giornata magica: si va con genitori, fratelli e nonni a ritrovare, per poche ore, quella condivisione familiare di cui ci sarebbe bisogno. Le forze dell’ordine e la Protezione civile si sono dati da fare nel migliore dei modi; gli artificieri, con sapiente delicatezza sono riusciti a neutralizzare la minaccia di questa strana domenica.
Questa impertinente Americana, abbondantemente soprappeso, con visibili rughe del tempo, ha dormito per sette decenni sotto i piedi dei veronesi, e chissà quante ancora saranno sepolte. Fra non molto un’altra scavatrice ne risveglierà una nuova e la paura tornerà nell’aria. Per fortuna queste “Vecchie Signore”, come sono state definite, hanno avuto la delicatezza di non esplodere, con tutte quelle drammatiche conseguenze immaginabili.
Forse, le Signore Bombe, durante il salto dall’aereo nel cielo di Verona si saranno rese conto che non si può colpire una città del genere ed allora le più sensibili hanno attutito la caduta e si sono messe a dormire sotto qualche metro di terra. Qualche ruspa le sveglierà e loro si ricorderanno di essere bombe, costruite per fare paura e seminare morte. Ed ecco che Verona tornerà ad avere un po’ di paura.
L’atmosfera è stata irreale, giornate così non si dimenticano, si possono paragonare alle domeniche di austerity, quell’insolito che unisce, che cementa relazioni, che scopre la parte più vera e a volte inaspettata del genere umano.
Domenca in città è successo qualche cosa di particolare, ma l’unica cosa scoppiata è la solidarietà. È deflagrata nel centro della città ed ha investito i suoi cittadini, grandi e piccoli, lasciando quel pulviscolo impalpabile di umanità che si è posato dolcemente su tutto.
Tutto ritornerà normale, ci dimenticheremo della bomba, degli artificieri, dell’aereo che l’ha sganciata, ma rimarrà quella polvere di solidarietà che poi, tanto male non fa.
Domenica si è mangiato nella gavetta, quella minestra di settant’anni fa, con quel retrogusto di ricordi e di emozioni. Bisognerebbe percepire il messaggio negativo che la parola “guerra” evoca anche dopo un paio di generazioni. Ma allora... perché continuiamo a sbagliare?

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