Nella Misericordiae vultus il Papa non spiega cos’è la misericordia divina, né risponde alle numerose domande poste di fronte alle ingiustizie e sofferenze quotidiane. Non risponde alla domanda sulla tragedia della morte innocente. Per il Papa la misericordia è “la parola chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi”, è l’atteggiamento proprio di Dio che è “misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore” (Es 34,6). Ma perché la parola misericordia non resti un’idea astratta il papa ci suggerisce di vederne il volto nel modo di agire di Dio nella storia e ci invita a “contemplare il mistero della misericordia”.
“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth.
La parola “volto” non è casuale. In essa si esprime tutta l’indicibile diversità dell’altro che ci sta di fronte rispetto ai nostri schemi e alle nostre aspettative. Il volto è ciò che rende visibile l’invisibile, richiama l’infinito, rappresenta la maniera con cui l’infinito ci viene incontro e si rivela come tale.
Il passaggio dalla dimensione semantica a quella simbolica della parola “volto” può essere breve. Per contemplare il mistero della misericordia nei suoi volti visibili, ci siamo fatti aiutare da artisti che hanno saputo esprimere attraverso la ricerca della bellezza, l’anelito spirituale della tradizione cristiana. Essi hanno prodotto i volti più belli del mistero del sacro. La bellezza, in tal senso, può essere un modo per favorire la contemplazione del mistero della misericordia di Dio. “Nel nostro tempo in cui la Chiesa è impegnata nella nuova evangelizzazione, il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale” (M.V. 12). L’arte è un’esperienza particolare che ci insegna a guardare le cose non solo con gli occhi, ma anche con la mente ed il cuore. Essa, infatti, sembra mostrare una intenzionalità che ci spinge al dialogo, alla relazione. A chiederci: perché quel colore, quel segno, quel suono, quel gesto particolare, non casuale, che viene rivolto a me? L’opera d’arte è un luogo privilegiato per imparare a relazionarci con l’altro, perché ci induce al rispetto, all’ascolto, alla lettura attenta, alla domanda pertinente. Non è soltanto coinvolgimento emotivo, ma via alla scoperta di noi stessi. L’opera d’arte può, allora, insegnarci a costruire una “disponibilità spirituale” verso il mistero dell’altro o verso l’Altro come mistero. A saper vedere, e a liberarci dalle false bellezze che non educano ma seducono lo spirito. Per contemplare il volto della misericordia siamo partiti dalla immagine della “mater misericordiae” come ci viene offerta da Piero della Francesca nel suo famoso Polittico della misericordia. Illustrati gli aspetti biografici, artistici, storici, teologici, abbiamo lasciato il tempo per una contemplazione silenziosa del capolavoro con opportuni inserimenti musicali e corali sul tema della misericordia.