di Silvia Allegri
Ha lasciato da pochi giorni le parrocchie di Pastrengo e Piovezzano e inizia ora un nuovo cammino insieme ai fedeli di San Pietro in Cariano. «Nella successione e nella continuità del ministero si esprime l’indole pastorale della Chiesa», ha ricordato don Luca Freoni, neo-parroco in Valpolicella, al termine della celebrazione dello scorso venerdì sera che ha visto la presenza del vescovo Domenico Pompili insieme a molti sacerdoti e a numerosissimi fedeli, i suoi nuovi parrocchiani e alcuni giunti da Pastrengo e Piovezzano per accompagnarlo in questo nuovo inizio. E prima della festa, organizzata negli spazi del circolo Noi, don Luca ha condiviso la suggestione di un recente viaggio: «Qualche settimana fa, mentre percorrevo il cammino di San Jacopo in Toscana, sono rimasto colpito da un’opera d’arte a San Donato, la prima chiesa in cui prestò il suo servizio un ancora giovanissimo don Milani, prima di arrivare a Barbiana. Sono raffigurati un parroco con la valigia e un bambino per mano. Di fronte a lui, ad attenderlo, ci sono due persone: c’è sempre qualcuno che saluta, dunque, ma c’è sempre anche qualcuno che accoglie. Mi sono ritrovato in questa immagine perché è quanto sta accadendo a me, ora, ma che vivono tutti i sacerdoti, e ringrazio chi mi sta accogliendo con simpatia e coinvolgimento. Si tratta di un passaggio di consegne che ci porta a proseguire la missione pastorale in diversi luoghi, tappe del nostro cammino spirituale e della nostra vita».
Il vescovo Domenico, a questo proposito, ha voluto sottolineare l’immenso valore della parrocchia, luogo fisico dove si impara a credere ogni giorno, ma anche luogo in cui si sperimenta una nuova qualità delle relazioni: «Gesù ci chiama amici, non soci. Essere soci in affari vuol dire essere uniti da un obiettivo e un interesse precisi. Ma nell’amicizia la convergenza di interessi non ha alcun peso. L’amico è pari a noi, non sta sopra e non sta nemmeno sotto, perché l’amicizia è una relazione di qualità che esige una forma di reciprocità. Su invito di Gesù siamo chiamati a riscoprire l’amicizia ed è ciò che avviene nella parrocchia, lo spazio in cui si impara a uscire dall’isolamento, a ritrovare il contatto con gli altri. Il luogo eletto in cui si sperimentano amicizie disinteressate, cosa sempre più rara di questi tempi. Con don Luca, che non vi presento perché sarete voi stessi a conoscerlo, proverete a sperimentare la chiesa come un luogo capace di offrire possibili nuovi incontri. Oggi si apre un cammino nel quale parroco e parrocchiani vanno a sperimentare quanto il Signore Gesù ci ha fatto comprendere attraverso la sua parola». Riscoprendo insieme la fede.
E il Vescovo ha voluto portare l’attenzione sulle letture: «Abbiamo ascoltato un passo della Lettera di san Paolo apostolo ai Romani, dove si dice che Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. Il credente ricomincia a credere ogni mattina, non basta la semplice tradizione. Ognuno di noi deve mettersi continuamente in ascolto alla scuola del maestro. La parrocchia diventa allora lo spazio concreto nel quale poter riascoltare la parola del Signore e imparare a credere». Vivendo la propria fede nella quotidianità, nelle relazioni, e dimostrandola con le proprie azioni. Ecco perché il Vescovo ha ricordato le parole di Sant’Ignazio di Antiochia: «È meglio essere cristiani senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo». La fede, insomma, è una continua ricerca che non avrà mai fine e vede oggi, per i parrocchiani di San Pietro, l’apertura di un nuovo cammino insieme a don Luca.