Don Zeno Bellamoli «pastore di tutti e di ciascuno»

Nella festa della Madonna del Rosario mons. Pompili ha presieduto a Valeggio sul Mincio il vespro per l’ingresso del nuovo parroco

| DI Nicola Cordioli

Don Zeno Bellamoli «pastore di tutti e di ciascuno»
La parrocchia è «comunità di persone che cercando Dio trovano tutte le altre persone: don Zeno Bellamoli sia pronto a guidarla come pastore di tutti e di ciascuno». Con questo augurio il 7 ottobre scorso il vescovo Domenico Pompili ha concluso l’omelia nella celebrazione dei vespri caratterizzati dall’ingresso del nuovo parroco delle comunità di Valeggio sul Mincio, Salionze, Oliosi e Remelli. Nel giorno dedicato alla Beata Vergine Maria del Rosario, la celebrazione ha visto la chiesa di S. Pietro in Cattedra gremita per l’occasione.
Tra esponenti delle autorità civili, amministrative e militari oltre che religiose (tra le prime file faceva capolino anche una piccola rappresentanza delle suore di don Nicola Mazza della casa di spiritualità di Fontanafredda), tutta la comunità ha accolto l’arrivo del nuovo parroco don Zeno, nato a Verona nel 1966, originario di Marzana, ordinato prete nel 1991 e reduce da dieci anni come parroco a Monteforte d’Alpone.
Sul presbiterio c’era tra gli altri anche il fratello sacerdote, don Simone Bellamoli, parroco di Pescantina e di S. Lucia di Pescantina, come pure tra i fedeli era presente la sorella Antonella, ad aggiungere alla serata e all’atmosfera un tocco familiare. Se nella precedente esperienza don Zeno aveva manifestato di essersi sentito subito a casa in risposta all’affetto che la gente di Monteforte d’Alpone aveva espresso nei suoi confronti, anche la comunità di Valeggio e delle altre parrocchie ha accolto il nuovo pastore con il sorriso e con gioia, uniti a un animo aperto, fiducioso, pronto al confronto e a camminare insieme.
A don Bellamoli il gusto per la battuta non manca, come ha evidenziato commentando simpaticamente un microfono dispettoso da cui poco prima aveva ricevuto il saluto del sindaco Alessandro Gardoni e di un rappresentante della comunità.
Tra il rito iniziale dell’accoglienza, la preghiera di benedizione e i riti esplicativi, accompagnati dal momento dell’aspersione e concluso poi dal cantico della Beata Vergine e infine dall’Ave Maria, il Vangelo verteva sul brano dell’Annunciazione. Monsignor Pompili, commentandolo, ha puntato l’attenzione sul fatto che «il brano lascia intuire tre luoghi: il primo è la casa di Maria, il secondo luogo è Nazareth e il terzo luogo è il suo stesso corpo verginale». In relazione al primo il Vescovo ha spiegato che la casa è «un simbolo che mostra la nostra più arguta identità, dove siamo veramente noi stessi», aggiungendo che «viviamo una sorta di schizofrenia tra dentro e fuori, siamo insoddisfatti tra quello che facciamo e ciò che proviamo», perché si avverte la «mancanza del senso del nostro io». Focalizzandosi poi sul luogo inteso come parrocchia, egli ha proseguito dicendo che «stasera questa Parola ci aiuta a descrivere cos’è oggi una parrocchia: una serie di volti e anime che hanno coscienza di sé e del proprio io». Don Zeno si è presentato come un uomo umile e disponibile il quale, se nella parrocchia che ha lasciato a Monteforte «ha seminato con larghezza, possa qui fare altrettanto», ha chiosato come augurio monsignor Pompili nell’omelia.

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